L’analisi del codice di OxygenOS, il sistema operativo degli smartphone OnePlus, si sta rivelando un vaso di Pandora, che una volta aperto sta portando alla luce un numero elevato di applicazioni “ficcanaso”. Responsabile di quella che pare ormai una crociata è Elliot Alderson, questo almeno il nickname utilizzato dall’appassionato, che da qualche settimana ha preso a cuore la situazione privacy dei dispositivi OnePlus.

Dopo aver segnalato una backdoor e un’app che mettono a rischio la privacy degli utenti, oggi la segnalazione riguarda OPBugReportLite, che silenziosamente e ripetutamente, raccoglie statistiche sulla batteria, sugli eventuali kernel panic e su tutti i crash di sistema, inviandoli regolarmente a un server situato a Singapore.

La funzione di raccolta dati è attivabile remotamente da OnePlus ma quello che crea maggior fastidio, particolarmente in quei soggetti molto attenti alla propria privacy, è che non c’è modo di evitare la raccolta dati. Sembra inoltre che il produttore non abbia informato in alcun modo i propri utenti sulla raccolta dati.

Non si tratta certamente di una mossa sospetta, visto che OnePlus, con ogni probabilità, utilizzerà i dati raccolti per migliorare il proprio software, ma quella che viene contestata in questo caso è la mancanza di trasparenza nei confronti degli utenti.

Per maggiori dettagli tecnici vi invitiamo a consultare il tweet originale, raggiungibile a questo indirizzo o visitando la fonte.

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