Particolare l’episodio accaduto a Borgofranco, Comune con poco più di 3.000 abitanti alle porte di Ivrea: il sindaco Livio Tola ha fatto cablare le reti wireless delle scuole elementari e medie, eliminando così la rete veloce.

La motivazione che ha spinto il sindaco, d’accordo con la giunta comunale, ad emanare tale provvedimento proverrebbe dal timore che le onde elettromagnetiche emanate dai router Wi-Fi possano causare dei problemi di salute ai bambini delle scuole. 

Sul web è scoppiata una polemica fra favorevoli e contrari al provvedimento del sindaco del Comune di Borgofranco, che limiterebbe la crescita della Scuola 2.0, andando controtendenza con la politica del Ministero dell’Istruzione che ha stanziato dei fondi per incrementare le reti informatiche delle scuole entro il 2020.

Tra i contrari al provvedimento troviamo l’Ingegnere Daniele Trinchero del Politecnico di Torino, che esprime così il suo disappunto:

Un’apparecchiatura wi-fi a norma ha una potenza di trasmissione che oscilla fra i 30 e i 40 milliwatt. Un cellulare, ne raggiunge 300. E se ce ne sono più di uno nella stanza le frequenze si sommano, mentre il passaggio dei dati con il wi-fi, oltre a non essere continuativo, non può mai superare la potenza massima.

Sostanzialmente basta un solo telefono cellulare presente in aula per rendere inutile il provvedimento.

In un’epoca in cui la tecnologia fa da padrona, nel bene e nel male, questa vicenda risulta arcaica agli occhi di tutti. Gli smartphone fanno parte della nostra vita 24 ore su 24 e per questo non dovremmo preoccuparci di una rete Wi-Fi presente in una scuola, che, come dice l’Ingegner Trinchero, (se a norma) risulta meno dannosa.

Prevenire è meglio che curare.” narra il detto. A volte, però, è meglio non esagerare con le precauzioni.

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