Ubuntu Touch è ormai passato da sistema operativo per smanettoni a sistema preinstallato su prodotti disponibili a tutti: al Mobile World Congress 2015 abbiamo potuto provarlo a bordo di bq Aquaris E4.5 e di Meizu MX4, rispettivamente il primo smartphone con Ubuntu disponibile sul mercato e dispositivo che andrà presto in commercio con il sistema operativo di Canonical in alternativa ad Android.

Ubuntu Touch ha fatto passi da gigante rispetto a quando lo avevamo provato su Nexus 5: ora è molto più fluido e veloce di prima e, anche se rimane un po’ lento nell’aprire le applicazioni, è decisamente più usabile rispetto ai mesi passati come potete vedere nella nostra video anteprima che trovate qui sotto.

Analizziamo l’esperienza di ciascun dispositivo.

bq Aquaris E4.5

Il telefono prodotto dalla spagnola bq è piccolo e leggero. La particolarità che si nota subito è la totale assenza di tasti: contrariamente ad Android, infatti, Ubuntu Touch non richiede tasti fisici o virtuali perché sfrutta le gesture [come Sailfish OS] per l’interazione con il sistema. Il design è molto netto e squadrato, ma piacevole ed elegante. La finitura nera è decisamente bella al tocco e al tatto.

Schermata del 2015-03-06 14:29:50

Nonostante si tratti di un dispositivo di fascia bassa, venduto ad un prezzo di circa 170€, bq Aquaris E4.5 si comporta molto bene e risulta fluido e veloce, con le uniche incertezze quando si aprono applicazioni come i contatti dove ci sono molti elementi da caricare. Nel complesso, però, il comportamento è davvero buono ed è forse migliore rispetto a smartphone con caratteristiche simili ma con Android installato.

In effetti uno smartphone come il bq Aquaris E4.5 appare decisamente adatto a chi vuole un dispositivo smart con un sistema operativo che si prospetta pronto a crescere, con un insieme di funzionalità comunque già molto ampio e con un’interfaccia semplice e intuitiva. Inutile dire che lo smartphone ci è piaciuto parecchio nonostante i piccoli difetti: promosso.

Meizu MX4

Meizu MX4 è uno smartphone che abbiamo già avuto modo di conoscere grazie anche alla nostra recensione, ma che cambia completamente quando troviamo installato Ubuntu come da indiscrezioni. Il sistema operativo di origini sudafricane, infatti, fa cambiare volto a questo smartphone che perde gli accrocchi software poco funzionali usati su Android per rimediare all’assenza di tasti fisici “indietro” e “recenti”. L’installazione di Ubuntu sembra nativa e non su uno smartphone nato con Android proprio per questo motivo e non è scontato che l’azienda non abbia voluto creare uno smartphone che fosse quanto più possibile neutro rispetto alla piattaforma, in maniera tale da poter agilmente cambiare il sistema operativo senza creare nuove linee di produzione.

Va detto che il software sullo smartphone esposto in fiera era tutto fuorché definitivo e ottimizzato: non solo si trattava di Ubuntu 15.04, versione ancora in sviluppo che sarà rilasciata ad Aprile, ma tutta l’interfaccia sembrava aver subito uno zoom per via del fatto che il sistema non era ottimizzato per lo schermo ad alta risoluzione presente sul dispositivo.

Questo era pressoché l’unico difetto da segnalare: Ubuntu si è rivelato anche migliore rispetto alla versione installata sul bq Aquaris E4.5, con una velocità maggiore di risposta ai comandi e di apertura delle applicazioni. È proprio l’hardware di fascia più elevata a fare la differenza in questo caso e a permettere una migliore esecuzione del sistema operativo.

Val la pena quindi prendere questo spunto per riflettere sul futuro di Ubuntu: se già ora al lancio, pur essendo Ubuntu pensato come sistema operativo per dispositivi di fascia bassa, è necessario hardware di fascia media, cosa succederà quando verranno aggiunte ulteriori funzionalità? Speriamo che Canonical faccia un buon lavoro e riesca a creare davvero il sistema operativo che la comunità di milioni di utenti e sostenitori del sistema operativo vuole e merita.