In questi giorni sta tenendo banco il braccio di ferro tra Apple e l’FBI, in relazione ad una richiesta di accesso ai dati crittografati presenti sull’iPhone di una coppia di presunti terroristi. Un giudice federale ha infatti ordinato alla società di Cupertino di fornire assistenza all’FBI per accedere ai dati crittografati presenti sull’iPhone 5C di Syed farook che nello scorso dicembre uccise insieme alla moglie 14 persone a San Bernardino, California.

Tim Cook ha affermato che Apple non fornirà alcun aiuto all’FBI per violare la privacy di un utente e il CEO di Google, Sundar Pichai, ha pubblicamente deciso di appoggiare la sua posizione. Con una serie di tweet Sundar Pichai ha infatti espresso le proprie perplessità in merito ad operazioni di decrittazione dei dispositivi, perché si andrebbe a creare un pericoloso precedente.

Il CEO di Google ha sottolineato come il compito delle forze dell’ordine sia sempre più gravoso ed la società di Mountain View ha sempre fornito l’accesso ai dati di fronte a sentenze dei giudici. Il caso in questione è però più complesso, visto che si parla di abilitare una sorta di backdoor per consentire alle forze dell’ordine di accedere ai dati degli utenti.

La questione è molto delicata e sono attese le considerazione di Mark Zuckerberg di Facebook e Satya Nadella di Microsoft per dare il via ad una discussione pubblica che possa portare ad una corretta soluzione per il problema, spinoso e da affrontare con la massima cautela.

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