Un report pubblicato dal New York Times, di cui vi abbiamo parlato solo ieri, accusava Facebook di aver concesso ad alcune applicazioni di terze parti, tra cui Spotify e Netflix, i permessi per leggere i messaggi privati degli utenti.

Dopo le smentite ufficiali da parte delle compagnie coinvolte, arriva anche la risposta di Facebook con un post che cerca di fare chiarezza sulla situazione e sul perché fosse necessario concedere tali permessi.

“Per poter scrivere un messaggio a un amico di Facebook attraverso Spotify, ad esempio, dobbiamo permettere a Spotify di avere i permessi di scrittura. E per poter leggere il messaggio di risposta dobbiamo concedere a Spotify i permessi di lettura. I permessi di cancellazione devono essere concessi perché l’utente potrebbe aver cancellato un messaggio su Spotify e quindi vorrà cancellarlo anche su Facebook. Nessuna applicazione di terze parti ha letto i messaggi privati degli utenti, o ha scritto messaggi agli amici senza il permesso dell’utente.

la risposta sembra dunque chiarire la situazione e dovrebbe tranquillizzare gli utenti, sicuramente più di quanto spiegassero le descrizioni piuttosto vaghe legate ai permessi. Le compagnie di terze parti come Spotify e Netflix, che inizialmente hanno negato di essere a conoscenza della questione, erano a conoscenza dei permessi, frutto di lunghe trattative, e sapevano con precisione cosa potevano o non potevano fare.

Peccato che, ancora una volta, la mancanza di chiarezza e trasparenza non vada a genio agli utenti, che continuano a perdere fiducia nella piattaforma, una cosa che alla lunga potrebbe finire per danneggiare irreparabilmente Facebook.