A poco più di un mese dal voto del Parlamento europeo, che aveva approvato la nuova direttiva europea sui contenuti audiovisivi, è arrivato l’ok da parte dell’Ecofin, il consiglio europeo composto dai ministri della finanza degli stati membri.

La norma è dunque operativa a tutti gli effetti e i paesi membri avranno 21 mesi per recepirla e integrarla nella propria legislazione. Le piattaforme di condivisione video sono al centro dell’attenzione, dovendo garantire una migliore protezione degli spettatori nei confronti di contenuti violenti, dannosi e che incitano all’odio.

Anche la violenza gratuita e la pornografia saranno soggetti a norme ancora più restrittive e dovranno essere creati dei meccanismi che rendano semplice la segnalazione di contenuti non idonei, con la garanzia di una risposta in tempi celeri.

Anche i giganti dello streaming sono coinvolti dalla nuova norma, che obbliga le piattaforme a includere nei propri cataloghi almeno il 30% di contenuti realizzati un Europa. È inoltre previsto l’obbligo a contribuire allo sviluppo di produzioni audiovisive con investimenti nei contenuti o con fondi nazionali.

Il timore per gli utenti è un calo della qualità dei contenuti, con una conseguente svalutazione dell’offerta,  anche se Netflix e Amazon Prime Video affermano di essere molto vicini al raggiungimento delle quote imposte dalla UE. Si prospettano dunque tempi duri anche per i colossi dell’intrattenimento digitale, che dovranno cercare un modo adeguato di soddisfare le nuove norme senza per questo scontentare i clienti con prodotti di bassa qualità o poco graditi al pubblico.

L’Ecofin ha inoltre dato il via libera all’applicazione dell’IVA ridotta sugli e-book, con gli stati membri che dovranno decidere quale aliquota applicare, con un minimo del 5%.