Il rilascio della versione stabile di ogni versione di Android è accompagnato dal CDD (Compatibility Definiton Document), che definisce in maniera molto chiara una serie di requisiti a cui i produttori devono ottemperare per ottenere la certificazione.

In questo documento sono elencate caratteristiche hardware e software che i produttori devono obbligatoriamente implementare, altre fortemente raccomandate e altre che invece non dovrebbero essere prese in considerazione.

Il CDD destinato ad accompagnare Android 11 non è ancora stato rilasciato (ufficialmente) visto che la versione stabile è prevista per l’estate inoltrata, eppure i colleghi di XDA sono riusciti a entrare in possesso di una bozza quasi definitiva che illustra oltre 60 cambiamenti rispetto alla versione precedente.

Tre di questi però, relativi a novità molto importanti, potrebbero non arrivare su tutti gli smartphone che saranno aggiornati ad Android 11. Questo perché Google ha deciso di contrassegnarli come raccomandati ma non obbligatori, lasciandone l’implementazione alla discrezione di ogni singolo produttore.

Controlli dispositivi

La prima funzione che potremmo non vedere, almeno in tempi brevi, su numerosi smartphone è la nuova funzione abbinata al tasto di accensione/sblocco. Con Android 11 arriva infatti una nuova vita (e una vera utilità) per il pulsante, che attiva un menu per il controllo dei dispositivi intelligenti della casa.

Nella prima stesura del CDD la funzione era indicata come obbligatoria ma nelle release più recenti tale obbligo è scomparso. Starà dunque ai produttori decidere se implementarla o utilizzare altre soluzioni per il pulsante di accensione.

Conversazioni nelle notifiche

Per rendere ancora più utili le notifiche, Android 11 ha introdotto un nuovo metodo di classificazione, che raggruppa in alto le notifiche provenienti da app di messaggistica, per dare loro maggiore risalto rispetto ad altre, che potrebbero avere una minore importanza.

In questo modo inoltre non sarà necessario scorrere tra le decine di notifiche per visualizzare quella relativa all’ultimo messaggio arrivato su Telegram o WhatsApp. Anche in questo caso l’implementazione è opzionale e sappiamo come molti produttori adorino intervenire anche nelle notifiche, portando la loro interpretazione piuttosto che quella di Google.

La patente nello smartphone

Decisamente comoda se venisse implementata in tutto il mondo è la possibilità di avere i dati della patente registrati elettronicamente nello smartphone. Qui i requisiti per la realizzazione della funzione sono stringenti: servono soluzioni hardware sicure, in grado di comunicare i dati anche qualora lo smartphone non fosse in grado di accendersi a causa della batteria scarica.

In alternativa è possibile utilizzare il TEE (Trusted Execution Environment) che in alcuni casi è già implementato a livello di CPU. Alcuni produttori, come Google e Samsung, hanno le proprie soluzioni hardware, ma a quanto pare più di un produttore rischierebbe di trovarsi in difficoltà.

Ecco perché anche in questo caso l’implementazione, che inizialmente era obbligatoria, ora diventa opzionale e con ogni probabilità sarà trascurata da buona parte dei produttori di smartphone.

È comunque possibile che nelle settimane che mancano alla pubblicazione del documento le cose cambino, ma per i produttori significherebbe allungare i tempi di rilascio degli aggiornamenti, una situazione che non farebbe sicuramente piacere a Google.