Google Foto si appresta a fare un nuovo passo nel mondo dell’editing intelligente. L’app di gestione e modifica delle immagini di Mountain View, già arricchita negli ultimi anni da strumenti come Magic Eraser e Magic Editor, sta per ricevere nuovi strumenti potenziati all’IA che apriranno le porte alla creatività degli utenti.

Negli scorsi giorni vi abbiamo parlato dell’arrivo di Remix e Da Foto a Video, funzioni che verranno integrate all’interno della nuova scheda Crea che prenderà posto nella barra di navigazione dell’app e includerà anche gli strumenti già esistenti.

Ebbene, Google non pare non volersi fermare qui con le funzioni legate all’IA per Google Foto e starebbe lavorando a una funzione sperimentale chiamata “Help me edit”, che promette di semplificare ulteriormente la post-produzione fotografica grazie all’uso dell’IA generativa di Gemini. Scopriamone i dettagli.

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Help Me Edit porta l’IA generativa al servizio del fotoritocco

Secondo un teardown dell’APK, opera dei soliti colleghi di Android Authority e l’insider Assemble Debug, Google sta preparando una nuova interfaccia che consentirà agli utenti di digitare istruzioni testuali per ottenere modifiche personalizzate alle immagini.

La funzione sarà alimentata dall’intelligenza artificiale Gemini, il modello multimodale di Google sempre più integrato nelle app della casa di Mountain View.

La novità sarebbe stata scovata a partire dalla versione 7.38 di Google Foto; l’elemento più innovativo di “Help me edit” è l’introduzione di un campo di testo all’interno dell’interfaccia di editing di Google Photos, precisamente nella parte inferiore della schermata.

In questo spazio, l’utente potrà scrivere esattamente cosa desidera ottenere, dando all’intelligenza artificiale indicazioni precise sul tipo di ritocco da applicare.

Dalle informazioni emerse, sarà possibile inserire richieste molto semplici, ma anche istruzioni più elaborate e descrittive, per un editing più complesso e avanzato.

La funzione, infatti, sembra pensata per comprendere comandi naturali, superando i limiti di “Reimagine”, la funzione già presente su Google Photos che invitava a usare sostantivi e aggettivi più rigidi.

Come funzionerà l’editing con i prompt testuali

Come potete notare dal video dettagliato del procedimento, l’esperienza sarà semplice: basterà selezionare la foto da modificare, comparirà la nuova opzione “Help me edit” all’interno dell’editor foto così come il campo testuale in cui inserire istruzioni. Da qui l’IA elaborerà la richiesta e mostrerà l’anteprima del risultato.

Come accade all’interno di Gemini sarà sempre possibile modificare il prompt in un secondo momento, chiedere di ricreare l’immagine e fornire un feedback positivo o negativo all’IA.

Questo approccio, di fatto, abbassa la barriera d’ingresso all’editing avanzato: anche chi non conosce strumenti di fotoritocco potrà ottenere risultati di livello professionale semplicemente descrivendo l’effetto desiderato.

Un cambio di paradigma, dagli strumenti al campo di testo

Per ora, come accennato, “Help me edit” è stata individuata nel codice della versione 7.38 di Google Foto, ma non è ancora attiva per gli utenti. Allo stato attuale Google sta testando la funzione internamente e non ci sono annunci ufficiali né previsioni di rilascio.

Detto questo, non è chiaro quando la vedremo arrivare sul canale stabile dell’app, né se sarà un’esclusiva iniziale dei Pixel o se sarà distribuita a livello globale fin da subito.

Questa novità si inserisce in una strategia più ampia di Google per rendere Foto il punto di riferimento assoluto nella modifica intelligente delle immagini grazie alle capacità di Gemini.

In conclusione possiamo affermare che “Help me edit” potrebbe essere una delle novità più interessanti di Google Foto negli ultimi anni.

Oltre alle novità funzionali, questa apporta anche un cambio di paradigma, che sposta il fotoritocco dall’interfaccia tradizionale, fatta di opzioni, menu, icone di strumenti da premere, al linguaggio naturale, in cui l’unica interfaccia davvero necessaria è il campo di testo per interagire con l’IA.

Un cambiamento di interfacce che stiamo iniziando a notare anche in altri ambiti ma che si appresta a sbarcare, prima o poi, nelle mani di milioni di utenti.