Google continua a spingere sull’acceleratore nella corsa all’intelligenza artificiale, e questa volta lo fa puntando sulla voce dell’Assistente sui proprio altoparlanti smart grazie a un’integrazione sempre più stretta con Gemini, ormai pilastro dell’ecosistema di Big G.

Nelle scorse ore l’azienda di Mountain View ha introdotto tre nuove voci Gemini per i dispositivi Nest Mini e Nest Audio, portando a dieci il totale delle opzioni vocali “naturali” disponibili.

La novità segna un altro passo nell’evoluzione dell’esperienza utente e nella transizione verso i modelli di Gemini nell’Assistente Google il quale si sta preparando a passare il testimone al chatbot IA del colosso di Mountain View.

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L’Assistente accoglie tre nuove voci di Gemini: Yarrow, Croton e Pilea

Le nuove voci introdotte da Google sono battezzate, come tradizione, con nomi di piante e sono le seguenti:

  • Yarrow: descritta come calda e con un timbro più profondo
  • Croton: definita come “smooth”, anche questa con una tonalità più bassa.
  • Pilea: al contrario, si presenta come vivace e con un registro più alto.

Queste nuove opzioni si vanno ad aggiungere alle sette già introdotte lo scorso dicembre, completando un ventaglio di possibilità in grado di adattarsi alle esigenze degli utenti.

Le voci disponibili oggi includono:

  • Aloe: calma, con un timbro medio.
  • Oxalis: luminosa, sempre su un registro medio.
  • Fern: brillante, con un timbro più acuto.
  • Verbena: calma, ma più profonda.
  • Ivy: con accento britannico, tono medio.
  • Jade: coinvolgente, sempre su un registro medio.
  • Eucalyptus: accento australiano, tono alto.

Il risultato auspicato da Google è quello di un assistente sempre più naturale e conversazionale, direzione che ha subito un’accelerazione con l’avvento dell’IA e dei Large Language Models, che possa adattare il proprio tono e stile di parlato in base ai gusti dell’utente.

I colleghi di 9to5Google sono riusciti ad attivare le tre nuove voci e hanno condiviso un video grazie al quale poter ascoltare le suddette opzioni vocali.

Come attivare le nuove voci

Per sperimentare queste novità, è necessario partecipare al programma di Anteprima Pubblica di Google Home; qualora foste iscritti, assicuratevi che l’opzione “Experimental AI features” sia abilitata: basta premere l’icona a forma di beuta nell’angolo in alto a destra dell’app Google Home per verificare.

Una volta attivata la modalità sperimentale, si può procedere a cambiare la voce andando in Impostazioni > Google Assistant > Voce e suoni dell’Assistente. Su iOS, invece, potrebbe essere necessario uno step extra e passare da “Gestisci tutte le impostazioni dell’Assistente” per trovare la sezione corretta.

Queste nuove voci sono parte di un progetto più ampio: l’integrazione dei modelli Gemini all’interno dell’ecosistema Google.

L’ennesimo tassello nella transizione da Google Assistant a Gemini

Dal dicembre scorso, Google ha iniziato a testare un Google Assistant alimentato da Gemini sui dispositivi Nest Mini e Audio. L’obiettivo è sempre stato quello di creare un assistente vocale in grado di “rispondere a una gamma più ampia di domande e fornire risposte più approfondite, basate sull’intelligenza artificiale, su argomenti di cultura generale.” come affermato dalla stessa Big G.

Un altro aspetto interessante riguarda il futuro del brand stesso, sebbene il destino di Assistant sia già segnato da mesi.

Con il progressivo arrivo di Gemini nei vari dispositivi, Google potrebbe decidere di abbandonare completamente il marchio “Google Assistant”, proprio come già avvenuto su Google TV e come starebbe avvenendo anche su Wear OS in cui l’app dedicata all’Assistente starebbe lasciando il posto di quella dedicata a Gemini.

Le tre nuove voci Gemini introdotte da Google per Nest Mini e Audio non sono solo un aggiornamento tecnico ma rappresentano un tassello fondamentale della strategia di evoluzione dell’assistente e della sua transizione a Gemini che si appresta così a popolare anche gli altoparlanti smart del colosso; nell’ambito di un ecosistema Google incentrato sulle potenzialità sconfinate del proprio chatbot e i suoi modelli linguistici.