Xiaomi ha il suo bel da fare in questo ultimo periodo, dopo settimane di attesa caratterizzate da test, beta, indiscrezioni e informazioni trapelate, proprio pochi giorni fa, 20 maggio 2025, il colosso cinese ha dato il là alla distribuzione della versione stabile di HyperOS 2.2; roll-out partito in Cina che raggiungerà oltre quindici dispositivi.

Ebbene, nonostante la distribuzione del suddetto aggiornamento sia tuttora in divenire e sta raggiungendo numerosi dispositivi del brand, e delle sue controllate, il colosso cinese avrebbe iniziato, volutamente in sordina, i test della prossima release dell’interfaccia proprietaria ovvero HyperOS 2.3, basata su Android 16, a partire da Xiaomi 15 in Europa; una mossa che ha spiazzato la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori e appassionati e che adesso proveremo ad analizzare meglio.

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Xiaomi, in sordina, avvia i test di HyperOS 2.3 basata su Android 16

Nessun keynote o video tease questa volta, l’azienda si è mossa in silenzio scegliendo di distribuire firmware aggiornati ad alcuni Xiaomi 15 in Europa e nel resto dei mercati globali, una mossa intenzionale che dimostra, questa volta, l’intenzione del brand di abbracciare Android 16 in toto senza stravolgerlo, nessuna annuncio in pompa magna, nessuna funzione roboante.

HyperOS 2.3, pertanto, segna un momento cruciale per la direzione software di Xiaomi, se non altro per ciò che ha scelto di non fare.

Dunque, l’azienda ha avviato la distribuzione di Hyper OS 2.3 con firmware WOCCNXM, WOCEUXM e WOCMIXM, rispettivamente destinati a Cina, Europa e mercati internazionali. L’aggiornamento, come detto, prenderà il via da Xiaomi 15 in queste regioni e proseguirà, nelle prossime settimane, su tutti i dispositivi compatibili con Android 16.

Questo dettaglio ha i suoi vantaggi in quanto consente a Xiaomi di preservare l’integrità e l’omogeneità del proprio OS evitando la frammentazione ma, come rovescio della medaglia, penalizza tutti gli smartphone non compatibili con l’ultima versione del sistema operativo del robottino verde, finendo per escludere numerosi utenti dall’aggiornamento.

Per ora, l’aggiornamento si concentra quasi interamente sull’integrazione con Android 16. Questo di per sé è significativo: Xiaomi ha spesso puntato molto sulla personalizzazione con le precedenti versioni di Android, sovrapponendo MIUI o HyperOS al proprio linguaggio di design, alle funzionalità e alle app di sistema.

Quali sono, in concreto, le novità dell’aggiornamento?

Come detto, HyperOS 2.3 si concentra sull’integrazione con Android 16 senza strafare con proprie aggiunte: in arrivo, dunque, ci sono una migliore gestione della privacy, animazioni di sistema più fluide e ottimizzazione dei processi in background che costituiscono il cuore del sistema.

Xiaomi non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, ma i primi test segnalano un notevole miglioramento della reattività, il che si traduce in prestazioni quotidiane più efficienti e veloci.

Un aggiornamento, dunque, che non arriva in pompa magna né vuole stravolgere il sistema operativo con funzioni eclatanti ma pesanti nel lungo termine, bensì punto tutto sulla concretezza: fornire agli utenti un’esperienza software eccellente.

In un panorama tecnologico caratterizzato dalla corsa al rilasciare il più velocemente possibile funzioni di intelligenza artificiale o brandizzare ogni feature con l’etichetta “AI”, spesso dimenticando l’esperienza utente vera e propria, ancora oggi il core di un sistema operativo, l’avvio dei test di HyperOS 2.3 in sordina da parte di Xiaomi è una mossa strategica che appare matura e infonde agli utenti del brand una rinnovata fiducia.