Google Discover sta lanciando un cambiamento sul modo in cui gli articoli condivisi dal proprio feed vengono visualizzati dai destinatari. È una modifica per molti aspetti minima ma che incide soprattutto sulla possibilità per Google di raccogliere dati e informazioni sui clic e su come gli utenti interagiscono con gli articoli su Discover.

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Come cambia la condivisione degli articoli in Google Discover

La novità – introdotta da tempo ma solo ora in fase di implementazione per un numero maggiore di utenti – è presente nella versione 16.12.40.sa.arm64 dell’app Google ed è disponibile sia nel feed del launcher che in quello dell’app Google.

Molto semplicemente, quando viene condiviso un articolo da Google Discover, questo viene automaticamente abbreviato utilizzando il formato search.app e share.google (domini di proprietà di Google). Prima di questo aggiornamento, i contenuti visualizzati tramite Google Discover venivano condivisi sotto forma di link standard. Quando questi URL venivano inviati tramite social media o app di messaggistica, generavano automaticamente un’anteprima arricchita del contenuto, con meta description e immagine in evidenza, a condizione che il sito web rispettasse le linee guida standard del web.

La prima conseguenza del nuovo formato di condivisione è che gli URL abbreviati nascondono il sito web della fonte dell’articolo. Google Discover risolve il problema mostrando, al momento di condividere l’articolo, un messaggio dettagliato che menziona il nome del sito web, ma lo presenta come un normale testo, facilmente modificabile o eliminabile. Allo stesso tempo, però Google mantiene i metadati dell’articolo.

Il vantaggio di questa modifica (a parte quelli legati al monitoraggio analitico che interessano esclusivamente Google) è stilistico perché per URL molto lunghi poter disporre di una versione abbreviata è senza dubbio più pulita dal punto di vista visivo. La presenza delle anteprime con i metadati dovrebbe comunque aiutare gli utenti a comprendere il tipo di contenuto che hanno ricevuto.

Questa modifica potrebbe spingere ulteriormente i creatori di contenuti a investire sulle immagini personalizzate con il brand del sito, così da rendere riconoscibile la fonte.