Quando si parla di smartphone e batterie viene subito in mente lo spauracchio, in realtà in parte notevolmente attenuatosi rispetto a qualche anno fa, del dispositivo che si scarica rapidamente, costringendo l’utente ad una ricarica intermedia nell’arco della giornata.

Oggi però l’argomento batterie si sviluppa in un frangente diverso, il colosso coreano Samsung è stato infatti coinvolto in una battaglia legale per una presunta violazione di brevetto. Vediamo di cosa si tratta.

Samsung avrebbe utilizzato impropriamente un algoritmo per la previsione della durata della batteria

Il tutto parte dalla società di brevetti K. Mirza LLC che ha intentato, in data 20 maggio, una causa legale nei confronti di Samsung, accusata di aver adottato una tecnologia per batterie sviluppata originariamente dall’istituto di ricerca olandese Nederlandse Organisatie Voor Togepast Natuurwetenschappelijk Onderzoe.

Tutti gli smartphone hanno una sezione all’interno delle impostazioni dove viene indicata la stima della carica residua, il dispositivo per fare ciò utilizza un sofisticato algoritmo che, analizzando il comportamento degli utenti, riesce a determinare quanta carica è ancora disponibile su un dispositivo mobile.

Come per tutte le cose, anche lo sviluppo di una tecnologia del genere richiede tempo e risorse, e secondo la società che ha in licenza il brevetto, il produttore di smartphone avrebbe utilizzato indebitamente l’algoritmo, senza averne l’autorizzazione. Tutto ciò però sarebbe accaduto in tempi non recenti, visto che le accuse di violazione di brevetto riguardano versioni del sistema operativo precedenti alle attuali, facendo sì che dispositivi come gli ultimi Galaxy S22 non siano interessati dalla diatriba.

In realtà è interessante notare come la causa ruoti intorno alle tecnologie del sistema operativo Android, e non sia strettamente legata al software di Samsung, questo fa sì che anche altri OEM Android potrebbero in futuro essere coinvolti, visto che utilizzano la stessa tecnologia. Vedremo dunque se nel prossimo futuro, produttori del calibro di Xiaomi e Google stessa, verranno chiamati in causa nel procedimento legale portato avanti dalla società di brevetti, andando di fatto a fare compagnia a Samsung.