Google ha annunciato l’avvio di quella che è stata definita una “iniziativa a lungo termine” per portare Privacy Sandbox su Android. Si tratta di un insieme di tecnologie che punta a proteggere la privacy degli utenti fornendo, nello stesso tempo, alle aziende e gli sviluppatori tutti gli strumenti necessari per sviluppare le proprie attività digitali.

In questo modo, Google punta a limitare la condivisione dei dati degli utenti con terze parti proteggendo la privacy. Queste soluzioni, inoltre, funzioneranno senza identificatori tra app e app. L’azienda ha sottolineato di essere ancora al lavoro sulle tecnologie in grado di ridurre una potenziale raccolta non richiesta di dati e di migliorare l’integrazione sicura delle app con gli strumenti di sviluppo di software pubblicitari.

Le linee guida dell’iniziativa Privacy Sandbox sono, sostanzialmente, due. Da una parte c’è la volontà di tutelare la privacy degli utenti, bloccando la raccolta di dati da parte dei vari servizi web. Dall’altra parte c’è però la volontà di non limitare la possibilità di accedere a contenuti e servizi gratuiti che, per essere sostenibili, devono ricorrere alle inserzioni pubblicitarie.

Con Privacy Sandbox, Google sceglie un approccio diverso da quello di Apple

Nell’annuncio ufficiale arrivato oggi, Google sottolinea di voler adottare un “approccio diverso per la gestione della privacy in ambito pubblicitario” rispetto ad “altre piattaforme” come iOS di Apple che hanno optato per una limitazione degli strumenti utilizzati da sviluppatori e inserzionisti “senza fornire una valida alternativa“. Tali approcci, secondo Google, rischiano di risultare peggiori sia per quanto riguarda la privacy degli utenti che per il lavoro stesso degli sviluppatori.

Gli obiettivi di Privacy Sandbox su Android

Google non gira troppo intorno alla questione e chiarisce, nel post sul blog ufficiale che trovate linkato in fonte, che l’obiettivo è quello di “sviluppare soluzioni efficaci per la pubblicità digitale“. Proteggere la privacy degli utenti è sicuramente un parametro principale dell’intero progetto ma senza danneggiare sviluppatori e aziende dovranno continuare a poter contare su strumenti efficaci per sostenere il business online in ambito mobile.

Una transizione graduale

L’annuncio dell’arrivo (in futuro) di Privacy Sandbox su Android è accompagnato dalla conferma che la piattaforma pubblicitaria esistente continuerà ad essere sostenuta “per almeno due anni”. Google conferma che offrirà ampio preavviso per tutte le future modifiche che andranno a caratterizzare il sistema nel corso dei prossimi anni. Entro la fine del 2022 è previsto il rilascio di una versione beta del nuovo sistema che sarà a disposizione degli sviluppatori.

Attenzione anche alle normative

La nuova iniziativa di Google seguirà, con attenzione, anche quelli che sono i paletti fissati dalle autorità di regolamentazione competenti in materia. Con Privacy Sandbox, infatti, Google ha confermato che non darà un trattamento preferenziale ai prodotti pubblicitari o ai siti aziendali e tutti i principi di trasparenza e rispetto delle normative verranno applicati anche su Android.