Una delle limitazioni più importanti del ban USA contro Huawei riguarda l’impossibilità per le aziende americane di continuare a fare accordi commerciali con Huawei. Se il colosso cinese perde così la possibilità di integrare chip, memorie, sensori realizzati da aziende americane all’interno dei propri device, le stesse compagnie USA vedono i propri fatturati scendere mentre una delle più importanti aziende hi-tech al mondo è costretta a muoversi in altro modo.

Qualcomm vuole fare affari con Huawei

Però, durante l’annuncio dei risultati fiscali di Qualcomm relativi all’anno fiscale 2020, il CEO Steven Mollenkopf ha indicato che la compagnia ha fatto ufficialmente richiesta per tornare nuovamente ad offrire in licenza i suoi chip a Huawei. Il colosso dei chip non è certamente l’unica compagnia ad aver avanzato tale richiesta al governo americano, ma quest’ultimo non si è ancora espresso in merito.

Ad oggi delle 300 compagnie americane che hanno fatto richiesta di tornare in affari con Huawei solo 1/3 ha ricevuto l’abilitazione a farlo, portando il colosso cinese a muoversi in altri modi per sopperire alla mancanza di materiali da parte di aziende USA.

La presenza di un chip di memoria HiSilicon all’interno di Huawei Mate 40 RS potrebbe essere chiaro segno di come il ban USA stia spingendo Huawei a far fronte a questa situazione, e la discussa nuova fabbrica di chip a Shanghai sarebbe un altro importante tassello verso l’indipendenza completa dalle aziende americane.