L’incredibile e irrefrenabile vortice di accuse e contro-accuse fra il Dipartimento di Giustizia americano e Huawei sembra essere lontano dal placarsi. Già dalle prime battute sul caso del blocco USA contro Huawei sapevamo che questo scontro sarebbe durato per molto tempo, ed infatti in queste ore il Dipartimento di Giustizia americano con l’FBI accusano Huawei di racket e cospirazione per violare lo statuto RICO (Racketeer Influenced and Corrupt Organization Act).

Il Dipartimento di Giustizia accusa Huawei di racket e spionaggio industriale

Questa nuova batosta arriva a distanza di pochissime ore dall’accusa circa la presenza di backdoor all’interno di apparati di comunicazione mobile, e ci dà l’idea di poter incrinare ancora di più i fragilissimi rapporti diplomatici rimasti fra il governo americano e il colosso cinese.

Da come si può apprendere dall’accusa (qui il testo completo in inglese), il Dipartimento di Giustizia punta il dito contro Huawei (e suoi affiliati) per aver sfruttato accordi commerciali confidenziali con importanti compagnie americane – una di queste dovrebbe essere Cisco -, al fine di carpire informazioni indebitamente riutilizzate per i prodotti a marchio Huawei.

Ad esempio, il testo dell’accusa fa riferimento ad un caso in cui l’azienda cinese ha rubato il codice sorgente dei router di una “Compagnia 1”, per poi utilizzarlo all’interno dei suoi prodotti. Vengono aggiunti anche casi piuttosto gravi di spionaggio industriale dove, in passato, un ingegnere affiliato a Huawei si era intrufolato di notte all’interno di una fiera commerciale per scattare foto alla componentistica interna di un dispositivo di rete.

Ovviamente la risposta di Huawei non si è fatta attendere. Secondo una dichiarazione ufficiale si legge che “questa nuova accusa fa parte del tentativo del Dipartimento di Giustizia di danneggiare irrevocabilmente la reputazione di Huawei e le sue attività per motivi legati alla concorrenza piuttosto che alle forze dell’ordine. L'”impresa di racket” che il governo ha accusato oggi non è altro che un riconfezionamento forzato di una manciata di accuse civili che hanno quasi 20 anni e che non sono mai state la base di un giudizio significativo contro Huawei. Il governo non prevarrà su queste accuse che dimostreremo essere sia infondate che ingiuste“.

Gli USA concedono a Huawei altri 45 giorni di proroga

Nonostante l’azienda cinese resti per il governo americano un rischio serio alla sicurezza nazionale, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha concesso a Huawei altri 45 giorni di proroga rispetto al divieto di acquistare componenti da compagnie statunitensi.

La proroga servirebbe agli operatori telefonici impegnati nelle zone rurali di gestire al meglio l’infrastruttura, il tutto mentre ci si appresta a sostituire i componenti prodotti da Huawei ancora in utilizzo.