L’ordine esecutivo firmato dal Presidente Trump, con il quale Huawei è stata posta nella Entity List di compagnie che non possono acquistare tecnologia USA, potrebbe costare molto caro a Google, secondo quanto afferma Ren Zhengfei, CEO e fondatore di Huawei. Nel frattempo la situazione è in costante evoluzione e vi riportiamo i più recenti avvenimenti.

Google potrebbe perdere 800 milioni di utenti

Zhengfei afferma che la sua compagnia non ha alcuna intenzione di abbandonare Android, visto che l’adozione di un nuovo sistema operativo rallenterebbe inevitabilmente la crescita, ma se il ban negli USA sarà confermato dopo la sospensione di 90 giorni, in scadenza ad agosto, non ci saranno alternative se non passare gradualmente a Hongmeng OS, già testato da altre compagnie cinesi.

Secondo il fondatore di Huawei, se nei propri sistemi non fosse più installato Android, Google perderebbe circa 7-800 milioni di utenti nei prossimi anni, una cifra che nemmeno un colosso come Google può affrontare a cuor sereno. Se il colosso cinese riuscisse a convincere altri produttori a passare al proprio sistema operativo, che dovrebbe essere in grado di eseguire le applicazioni Android, per Big G sarebbe un colpo molto difficile da sopportare.

Procede la realizzazione di reti 5G in tutto il mondo

Nonostante la pressione dell’amministrazione Trump nei confronti dei propri alleati affinché boicottassero Huawei, escludendola dalla realizzazione delle reti 5G, la compagnia cinese afferma di aver siglato 50 contratti commerciali con altrettanti Paesi. Corea del Sud, Svizzera, Regno Unito, Finlandia e molte altre nazioni hanno utilizzato, anche in parte, dispositivi Huawei.

Sono oltre 150.000 le stazioni base spedite dalla compagnia cinese, che in questo mercato lotta con Nokia ed Ericsson per avere il predominio. Anche negli Stati Uniti Huawei ha avuto a lungo il monopolio, in particolare per quegli operatori mobili che operano in ambienti rurali, dove la copertura è più complessa.

FedEx cita in giudizio il governo USA

Pur senza nominare espressamente Huawei, FedEx ha citato in giudizio il Dipartimento del Commercio USA per l’impossibilità di rispettare i controlli sulle esportazioni. Le due compagnie sono da tempo ai ferri corti per una vicenda di documenti dirottati o rispediti al mittente, e per un recente caso riguardante uno smartphone, spedito dalla redazione inglese di PC Magazine a quella americana.

FedEx dichiara di non poter ottemperare alle disposizioni di legge, che comporterebbero costi insostenibili e il rischio di infrangere le leggi che proteggono la privacy delle spedizioni. Di tutt’altro avviso è invece UPS, che non ha alcuna intenzione di supportare la causa e dichiara di non aver avuto alcun problema nelle spedizioni effettuate per conto di Huawei.

Huawei Mate 20X 5G certificato dal TENAA

È appena passato dal TENAA, l’ente cinese preposto alla regolamentazione dei dispositivi per le telecomunicazioni, Huawei Mate 20 X 5G, il primo smartphone del colosso cinese a supportare le reti di nuova generazione. Secondo le indiscrezioni sarà il primo smartphone 5G a offrire la connettività dual SIM, e sarà proposto in una nuova colorazione.

Huawei Mate 20 X è arrivato sul mercato cinese nelle colorazioni Midnight Blue e Phantom Silver, ma è ormai certo che la versione 5G, che dovrebbe semplicemente avere una batteria di capacità inferiore, sarà disponibile nella versione Emerald Green.

Micron torna a collaborare con Huawei

Dopo aver interrotto le spedizioni verso Huawei, la compagnia americana Micron ha ripreso la collaborazione con Huawei, nonostante le restrizioni imposte dal governo USA. Dopo aver analizzato attentamente la situazione, Micron afferma di essere in grado di spedire una tipologia di prodotti che non sono sottoposti ai vincoli.

Resta comunque difficile per la compagnia, che produce chip di memoria, stabilire quale sarà il volume delle spedizioni verso Huawei nel corso dei prossimi mesi, qualora fosse confermato in via definitiva il ban.

Potete rimanere costantemente aggiornati sull’evoluzione della situazione legata al ban Huawei negli USA attraverso la nostra pagina dedicata, aggiornata regolarmente.