Le modifiche alle licenze per dispositivi mobile apportate da Google nei mesi scorsi per consentire ai produttori di installare Android su smartphone destinati alla commercializzazione nel Vecchio Continente pare non siano sufficienti a rispettare le recenti imposizioni dell’UE per quanto riguarda la concorrenza.

Ricordiamo, infatti, che il colosso di Mountain View è stato riconosciuto dalla Commissione Europea colpevole di condotte anticoncorrenziali per quanto riguarda i motori di ricerca su Android e, conseguentemente, è stato condannato a pagare una sanzione di 5 miliardi di dollari.

Le autorità comunitarie hanno anche imposto a Google di porre fine alle pratiche ritenute illegali entro 90 giorni, cosa che a quanto pare non è avvenuta.

Google ha già presentato ricorso avverso il provvedimento dell’UE ma ciò non la mette al riparo da possibili nuove sanzioni in caso di prosecuzione della condotta ritenuta illecita e per tale motivo ad ottobre ha aggiornato le regole che impone ai produttori che desiderano vendere smartphone in Europa.

La soluzione studiata dal colosso di Mountain View prevede la separazione dei servizi chiave da Android (fino a quel momento pre-installati per poter utilizzare il Play Store) ma aggiunge dei costi di licenza mentre consente di includere il suo motore di ricerca o Google Chrome senza commissioni.

Ebbene, nel caso in cui tale condotta dovesse essere ritenuta in violazione delle statuizioni dell’UE, Google rischia una sanzione che potrebbe arrivare sino al 5% del fatturato medio giornaliero di Alphabet per ogni giorno di non conformità.

Stando agli addetti ai lavori, la soluzione scelta da Google disincentiva gli OEM a provare nuovi prodotti pensati espressamente per il mercato europeo e proprio per tale ragione nuove multe sembrano inevitabili. Staremo a vedere.