Stando ad alcune voci di corridoio riportate da The Information: Google nutre molto più interesse nella realtà aumentata che nella realtà virtuale.

Prima di scendere nei dettagli, è bene spiegare la differenza tra realtà virtuale e realtà aumentata. La prima è una tecnologia più attuale che mai, e consiste nell’utilizzo di particolari visori VR che permettono di immergersi completamente in un mondo virtuale attraverso la vista e l’udito. La realtà aumentata invece è qualcosa di molto più interessante e funzionale: unisce il mondo reale e quello digitale (NdR: per fare un esempio banale ma estremamente efficace, fate riferimento alla vista di Terminator e la possibilità di effettuare la scansione di persone e oggetti ricevendo le informazioni ad esse correlate).

Stando alla notizia trapelata, Clay Bavor (capo della divisione di Google impegnata nel settore della realtà virtuale) è convinto che la realtà aumentata (definita anche “mixed reality) rappresenterà un mercato molto più vasto ed interessante negli anni a venire rispetto alla realtà virtuale. HoloLens di Microsoft, Project Tango e Google Glass sono solo alcuni dei prodotti che sfrutteranno la realtà aumentata. Infatti, proprio ieri Samsung ha rivelato un brevetto per delle particolari lenti a contatto smart con straordinarie capacità che potrebbero ampliare significativamente le possibilità offerte dalla realtà aumentata.

Effettivamente queste voci di corridoio sembrano più che concrete. Infatti, mentre Facebook ed altri colossi del settore sono impegnati con la creazione di costosi visori VR orientati all’intrattenimento videoludico e non solo, per il momento, Google ha limitato la sua partecipazione alla realtà virtuale con Google Cardboard: uno spartano visore VR fatto di cartone e pochi altri elementi essenziali.

Il visore VR di Google non è il massimo in termini di qualità, ma è più che sufficiente per assaggiare un pizzico di realtà virtuale spendendo poco denaro. Al contrario, Oculus Rift di Facebook e tutti gli altri visori VR estremamente tecnologici, hanno dei prezzi da capogiro e risultano ancora piuttosto inaccessibili.

 

 

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