Google blocca l’utilizzo delle GApps a bordo di device non certificati, tuttavia permette agli utenti di ROM custom di rientrare nella “white-list“. La natura open source del sistema operativo Android è sempre stata un punto di forza molto importante della piattaforma, dal momento che offre ai produttori di device la libertà di personalizzare il software nel modo che preferiscono.

Ad ogni modo, al fine di assicurare il mantenimento di un certo livello di coerenza tra i vari dispositivi Android, Google ha abilmente fatto leva sulla propria suite di app e servizi per imporre ai vari produttori di device basati su Android di seguire uno specifico insieme di regole fatte confluire nel Compatibility Definition Document (CDD). I produttori sono tenuti a rispettare le regole del CDD se intendono passare il Compatibility Test Suite (CTS), step imprescindibile per essere autorizzati a pre-installare sui proprio dispositivi le app ed i servizi di Google.

In precedenza c’era la possibilità che dei dispositivi privi delle certificazioni facessero comunque uso delle Google Apps (per le quali la community ha coniato l’abbreviazione GApps), ma, a quanto pare, adesso Google ha deciso di cambiare modus operandi. Come detto in apertura, se per un verso il colosso di Mountain View ha deciso di impedire ai device privi di certificazione l’utilizzo delle GApps, d’altro canto le stesse app e gli stessi servizi di Google possono ancora essere usati su dispositivi con a bordo ROM custom.

All’inizio di questa settimana, XDA ha ricevuto una segnalazione anonima da parte di una persona che sosteneva far parte del settore. La persona in questione, che ha detto di lavorare per un OEM/ODM ed ha affermato che Google ha iniziato a bloccare del tutto l’accesso alle GApps da parte di firmware nuovi. A quanto pare, questo cambio di strategia da parte di Google è divenuto operativo lo scorso 16 marzo e coinvolge tutte le build software realizzate dopo quella data (in apparenza sarebbe Google Play Services ad effettuare il controllo in ro.build.fingerprint per verificare la data della build).

XDA ha deciso di indagare meglio sulla questione, interpellando un proprio contatto operativo nel settore, il quale ha confermato il cambiamento in discussione, evidenziando come lo stesso fosse nell’aria sin da quando Google aveva dato un preavviso ai produttori di dispositivi. Ad ogni modo, il contatto di XDA non ha avuto la possibilità di riprodurre il problema sul proprio dispositivo di test. Tuttavia, in seguito ad una rapida ricerca sul web, si è appurato come la problematica non sia affatto una novità, sul web infatti ci sono testimonianze di utenti che vi si sono imbattuti per almeno un anno, i quali comunque hanno risolto semplicemente cancellando i dati di Google Play Services. Il cambiamento in atto adesso potrebbe significare anche che una simile soluzione non funzionerà più, dal momento che la fase di test di Google è terminata e, di conseguenza, le restrizioni in argomento troveranno una più ampia e rigorosa applicazione.

Nella giornata di ieri un membro del forum di XDA, ovvero il Senior Member liam_davenport, si è imbattuto nel problema sul proprio device, come testimoniato dalla foto seguente.

Come potete notare dall’immagine riportata, all’utente non viene permesso di eseguire l’accesso al proprio account Google perché il suo dispositivo è sprovvisto della necessaria certificazione. Di fronte ad una situazione di questo tipo si pongono opzioni diverse, a seconda che l’utente coinvolto sia un un semplice utente oppure un ingegnere per un produttore di dispositivi. Un utente comune dovrebbe segnalare il messaggio di avvertimento all’azienda che gli ha venduto il device, nella speranza che gli venga sostituito con uno opportunamente certificato. In alternativa, qualora si tratti di un utente che faccia uso di custom ROM (come ad esempio la LineageOS 15.1), non dovrà far altro che inserire il proprio Android ID nella pagina a questo link, al fine di essere inseriti nella white list ed essere quindi autorizzati a fare uso delle app e dei servizi di Google. I produttori di dispositivi, invece, possono mettersi in contatto con Google tramite questa pagina web per ottenere la registrazione di un device.

Tramite questa nuova strategia operativa Google intende vincolare maggiormente i produttori ed impedire loro di bypassare il CTS. Con grande sollievo di tutti gli amanti del modding e dell’intera community di XDA, Big G ha deciso di non colpire il mondo delle custom ROM.

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