La triste verità che tutti conosciamo è che la maggior parte dei dispositivi Android non vengono aggiornati tanto spesso quanto vorremmo e anche nei casi in cui ciò accade il supporto non dura oltre i 2-3 anni. La comunità dedita al modding ha sempre aiutato in questo senso coloro che vogliono allungare la vita dei propri dispositivi o che semplicemente apprezzano l’hardware acquistato ma non la skin applicata ad Android dal produttore.

Nonostante il software di Asus ZenFone 6 risulti davvero pulito e simile ad Android stock, soprattutto se confrontato con gli ZenFone del passato, Asus ha capito che per molti androidiani resta di vitale importanza poter contare sul modding, soprattutto su uno smartphone dall’ottimo rapporto qualità/prezzo come questo. L’azienda taiwanese sta infatti mandando ZenFone 6 a moltissimi sviluppatori, tra cui quelli di ROM personalizzate come LineageOS e della famosa recovery TWRP: per cominciare, ha chiesto a XDA una lista dei più importanti da cui iniziare. Questa è un’iniziativa che forse ogni produttore dovrebbe intraprendere perché nonostante ci possa essere l’intenzione di aprire i propri dispositivi alla personalizzazione di terze parti, spesso gli sviluppatori non hanno soldi per acquistare le decine di smartphone che escono ogni anno, specialmente se si tratta di top di gamma. Anche OnePlus segue questa linea guida da molto tempo ed infatti si sa come gli smartphone dell’azienda siano adatti agli “smanettoni”.

Asus sempre davvero aver ascoltato tutte le richieste degli utenti, producendo un top di gamma con le giuste caratteristiche ad un prezzo veramente concorrenziale; altre sorprese, come l’annuncio di sicuri aggiornamenti ad Android Q ed R e il rilascio dei sorgenti del kernel e di uno strumento per sbloccare il bootloader non sono mancate fin dal lancio dello smartphone.

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