Sono cinque gli operatori che si stanno impegnando nel 5G in Italia ossia TIM, Vodafone, Wind-Tre, Iliad e Fastweb. Questo pokerissimo delle telecomunicazioni si era aggiudicato i lotti a disposizione nella gara ad asta per le frequenze chiusasi lo scorso ottobre. E lo Stato poteva considerarsi soddisfatto, visto l’incasso totale superiore ai 6,5 miliardi, ben 4 miliardi in più rispetto alle previsioni come da legge di Bilancio 2018.

Dati alla carta, gli operatori che hanno messo mano sulle frequenze più succulente sono stati TIM, Vodafone e Iliad, con quest’ultima che ha goduto di una sorta di “offerta speciale” (vedi sotto). Per quanto riguarda il budget più alto impegnato, nessuno ha battuto proprio Telecom Italia Mobile e Vodafone Italia, che hanno messo sul banco qualcosa come 2,4 miliardi di euro a testa. Iliad ha sostenuto una spesa complessiva di circa 1,2 miliardi, mentre Fastweb ha speso poco (ma bene) con poco più di 200 milioni comprensivi delle offerte per le aste e per un affare collaterale che vi spieghiamo in seguito.

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Come sono divise le frequenze 5G in Italia tra gli operatori

TIM ha fatto suoi i maxi-blocchi da 80 Mhz nella banda 3,7 Ghz, uno nella 26 GHz e due nella 700 MHz, Vodafone per l’altro maxi-blocco da 80Mhz nella 3,7 Ghz, due nella 700 MHz e 200 Mhz nella millimetrica, ossia quella a 26 Ghz. Wind Tre ha investito 515 milioni di euro sul blocco piccolo e sulle millimetriche. Qui sotto, un riepilogo grafico.

Il riepilogo dei costi con relative suddivisioni:

  • 700MHz blocco riservato – Iliad Italia – 676.472.792 euro
  • 700MHz blocco generico – Vodafone Italia – 345.000.000 euro
  • 700MHz blocco generico – Telecom Italia – 340.100.000 euro
  • 700MHz blocco generico – Telecom Italia – 340.100.000 euro
  • 700MHz blocco generico – Vodafone Italia – 338.236.396 euro
  • 3700MHz blocco specifico (80MHz) – Telecom Italia – 1.694.000.000 euro
  • 3700MHz blocco specifico (80MHz) – Vodafone Italia – 1.685.000.000 euro
  • 3700MHz blocco specifico (20MHz) – Wind Tre – 483.920.000 euro
  • 3700MHz blocco specifico (20MHz) – Iliad Italia – 483.900.000 euro
  • 26GHz blocco generico – Telecom Italia – 33.020.000 euro
  • 26GHz blocco generico – Iliad Italia – 32.900.000 euro
  • 26GHz blocco generico – Fastweb 32.600.000 euro
  • 26GHz blocco generico – Wind Tre – 325.86.535 euro
  • 26GHz blocco generico – Vodafone Italia – 32.586.535 euro

Sperimentazioni 5G: il punto della situazione

A che punto sono le sperimentazioni della rete 5G in Italia? Facciamo un rapido riepilogo per scoprire come “sono messi” gli operatori.

5G in Italia – TIM

Di recente, TIM aveva portato a termine a Torino un esperimento in collaborazione con Ericsson e Qualcomm con un prototipo di smartphone con a bordo un chipset Qualcomm Snapdragon X50 5G, quello che sarà utilizzato al momento del lancio dai primi dispositivi compatibili. Era stato effettuato all’interno della gamma di frequenze 3,4 e 3,8 Ghz aggiudicate dall’operatore. A Roma, a dicembre, era stata effettuata con successo la prima videochiamata d’Europa.

Elisabetta Romano, Chief Technology Officer di TIM, aveva commentato: «Le sperimentazioni effettuate con i nostri partner a Torino e in altre città quali Bari, Matera oltre che nella Repubblica di San Marino, dove abbiamo già avviato l’implementazione di soluzioni in ambito Smart City nella prospettiva del prossimo lancio commerciale, confermano il primato tecnologico di TIM e il suo impegno nell’innovazione per offrire ai clienti servizi all’avanguardia e la migliore esperienza digitale».

In occasione del Festival di Sanremo, TIM ha sfruttato a scopo dimostrativo le frequenze da 3,7 GHz tramite le antenne intelligenti 5G Ericsson (massive MIMO) che possono adattarsi in modo dinamico alla posizione dei singoli clienti e in relazione al traffico dati generato. Installare un’antenna spot 5G di questo tipo ha necessitato di solo 1 settimana di lavoro a detta di un portavoce Qualcomm, segno che la diffusione di tale rete dovrebbe essere più rapida di quanto fatto col 4G.

5G in Italia – Vodafone

Vodafone ha puntato in modo deciso su Milano per realizzare la prima rete 5G italiana. Aldo Bisio, Ad di Vodafone Italia, aveva commentato: «Milano diventa a pieno titolo la capitale europea del 5G. La sperimentazione ha catalizzato gli investimenti di importanti realtà nazionali e internazionali e ha confermato l’effetto dirompente del 5G, che potrà ridisegnare tutte le filiere industriali, aprire nuove opportunità di internazionalizzazione per le imprese italiane e incidere sul benessere delle comunità». Dopo Milano si punterà su Torino, Bologna, Napoli e Roma.

Di recente e in attesa che i governi europei valutassero il divieto o meno dell’uso di apparecchiatura di Huawei, Vodafone aveva comunicato di aver momentaneamente sospeso l’acquisto dal produttore cinese, ma solo sul 5G, continuando la fornitura su tutto il restante hardware.

5G in Italia – Wind Tre

Wind e Tre hanno puntato su Prato e L’Aquila insieme a Milano, Bari e Matera come ’use cases’ per testare la rete 5G in via di sviluppo e che vedrà il suo apice a partire dal 2022.

Jeffrey Hedberg, amministratore delegato di Wind Tre ha commentato: «L’Italia è tra i Paesi leader in Europa sulla crescita dei servizi 5G. Le reti e gli ecosistemi 5G sono già fondamentali non solo per il processo d’innovazione del Paese, ma anche nel mondo delle imprese, nella Pubblica Amministrazione e naturalmente per i cittadini».

5G in Italia – Iliad

Iliad ha avuto la possibilità, inoltre, di accedere a una porzione (10 Mhz) della pregiata banda sui 700 MHz versandone solo la base d’asta – circa 670 milioni di euro – mentre gli altri due terzi erano stati messi all’asta tra gli altri sei operatori, scatenando alcune proposte (come quella di Maurizio Gasparri, ex ministro delle telecomunicazioni). Alla fine, se l’erano aggiudicate TIM e Vodafone.

Recentemente, Iliad ha stretto un accordo con INWIT (Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.) società di proprietà di TIM, per poter utilizzare le sue torri di trasmissione per la diffusione del proprio segnale.

5G in Italia – Fastweb

Merita un discorso a parte Fastweb, che è stata al centro di una querelle con gli altri operatori per via di un acquisto particolarmente vantaggioso delle frequenze. Per un totale di 198 milioni di euro si era portata a casa uno spettro di 40MHz nella banda 3,5 GHz insieme a un comparto accessorio grazie a un accordo con Tiscali. Tutto era iniziato lo scorso decennio, quando – nel 2008 – Tiscali si era fusa con la società Aria che aveva acquistato un lotto di frequenze nella banda 3,4 – 3,6 GHz per mai decollato WiMax.

Queste frequenze, che rientrano in quelle utilizzabili per il 5G, avevano goduto dell’estensione della scadenza dal 2023 fino al 2029. E Fastweb non si è lasciata scappare l’occasione aggiungendo questo pacchetto a quello acquistato, sempre per ottimo prezzo, nella banda dei 26 GHz (costato 33 milioni). Insomma, sulla carta frequenze non altrettanto pregiate come quelle accaparrate da Tim, Vodafone o Iliad, ma costate una briciola.

A tal proposito occhio agli 84MHz in mano a Linkem nella preziosa banda 3,7 GHz che potrebbe veder prorogato l’uso fino al 2029. Da qui potrebbe scatenarsi una nuova serie di tentativi di accordo per accaparrarsi le bande.

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