Sono passate appena un paio di settimane dalla presentazione di Android 8.0 Oreo ma continuano a emergere novità non evidenti a un primo sguardo. L’analisi della documentazione, in particolare quella riservata agli sviluppatori richiede tempo ma continua a portare alla luce tanti piccoli dettagli, che contribuiscono a rendere Android un sistema operativo più stabile ed efficiente.

La prima novità che vi segnaliamo si chiama Rollback Protection, e di fato impedisce ai dispositivi compatibili di riavviarsi con una versione del software precedente a quella con cui sono strati commercializzati. In questo modo lo smartphone è al sicuro da potenziali vulnerabilità che metterebbero a rischio la sicurezza dei dati personali contenuti. È comunque possibile disabilitare la protezione, a rischio e pericolo dell’utente, anche se il sistema invierà numerosi messaggi al riguardo.

Le altre novità riguardano soprattutto gli sviluppatori di terze parti che potranno utilizzare una nuova API per integrare gli elementi visuali dei propri servizi di voicemail con quelli di Android 8.0 Oreo, senza dover sviluppare nuove interfacce o adattarle al resto dell’interfaccia grafica come accadeva finora.

Chiudiamo con una segnalazione riguardante un errore nella documentazione relativa a Android 8.0 Oreo per gli sviluppatori. Per evitare un uso eccessivo della memoria con broadcast intent, che avvisano le applicazioni del verificarsi di determinati eventi, Google ha deciso di restringere l’accesso di questi intent.

È stata creata una whitelist con quelli di uso comune che possono servire a molte applicazioni. Nella documentazione però manca un riferimento a ACTION-SHUTDOWN, un broadcast intent lanciato quando viene avviata la procedura di spegnimento del sistema. In questo modo le applicazioni che lo ricevono possono eseguire una serie di operazioni, per salvare i dati o sincronizzarli correttamente. In realtà l’intent è tra quelli disponibili nella whitelist e potrà essere utilizzato dagli sviluppatori nelle loro applicazioni.

Trovate maggiori dettagli nella lista dei broadcast impliciti e nel commit inserito di recente nell’Android Git.