In occasione della Linux Plumbers Conference, una riunione che vede partecipare ogni anno i principali sviluppatori Linux, si è fatto un gran parlare di Android e del suo rapporto con Linux. Vari interni di Google hanno partecipato a una sessione dedicata al sistema operativo del robottino verde parlando degli obiettivi futuri e di un Android basato semplicemente sul kernel standard di Linux, senza tutte quelle aggiunte e modifiche che finora lo contraddistinguono.

Le fasi di sviluppo del kernel Android

Per chi non lo sapesse, Android è un sistema operativo che, pur essendo basato sul kernel Linux, ne è piuttosto distante viste le modifiche che ne apportano i produttori OEM come Samsung e gli stessi produttori di chipset, Qualcomm ad esempio.

Fondamentalmente la questione attuale è questa: Google prende un kernel Linux LTS (acronimo di Long Term Support) e lo trasforma in un kernel Android standard, che sarebbe perciò un Kernel Linux con le varie patch specifiche di Android. Quest’ultimo viene poi spedito al fornitore di SoC (Qualcomm ad esempio) che ne aggiunge le varie specifiche correlate alla Mobile Platform relativa.

Il passo successivo e finale sarà perciò l’invio al produttore stesso, poniamo Samsung, che aggiungerà i dati più specifici relativi a tutti gli altri componenti hardware.

La situazione attuale

Tutto questo si traduce in diverse aggiunte ed eliminazioni che di qui a qualche anno fa sono già diminuite parecchio di numero, con la versione principale Linux 4.14.0 decisamente più vicina al kernel comune di Android  che prevede 32.000 aggiunte e 1.500 eliminazioni.

Capite bene quanto questa trafila sia lunga, un processo dispendioso che motiva perciò la discussione in questione tenutasi alla Linux Plumbers Conference, una discussione da cui traspare l’obiettivo di snellire il tutto e avvicinare Android il più possibile al kernel originale di Linux.

Per dare un’idea sulla situazione attuale, il direttore di Linaro Consumer Group, Tom Gall, ha mostrato sul palco un POCOPHONE F1 che eseguiva Android 10 sul kernel Linux standard che, pur non garantendo tutte le sue funzionalità originali (ad esempio la percentuale della batteria è a 0), è piuttosto curioso.

Gli obiettivi per il futuro di Android

Google ha fatto passi da gigante in questi ultimi tempi, anche grazie a Project Treble. L’obiettivo futuro è questo: eliminare la necessità di preparare kernel specifici e basare il tutto su un kernel Linux standard, a tutto vantaggio di aggiornamenti più rapidi e meno dispendiosi per le aziende.

L’idea per realizzare tutto ciò si basa sulla modularità. In sostanza gli ingegneri di Google stanno pensando a qualcosa del genere:

Matthias Männich, un ingegnere informatico dell’azienda di Mountain View, ha spiegato che l’architettura del kernel proposto si baserebbe su una GKI (Generic Kernel Image) che andrebbe a far coppia con diversi moduli GKI che verrebbero caricati come moduli plug-in del kernel. Questo significa che verrebbero eliminate le modifiche al kernel stesso, per una sorta di modularità alla Project Treble portata su Linux.

Per il momento si tratta di progetti, non c’è alcuna sicurezza che si tratti di una futura trasformazione di Android perché, come sottolineano i colleghi di ArsTecnhica, i problemi da risolvere non mancano e la sessione della conferenza aveva più che altro carattere di brainstorming fra interni di Google e ingegneri di Linux.

Comunque, l’azienda di Mountain View si è presentata con un’idea interessante e Sandeep Patil del team kernel di Android, ha detto alla folla in proposito: “Abbiamo ancora tanta strada da fare. Ma l’anno scorso ho semplicemente parlato dell’esistenza, e ora abbiamo già vari problemi su cui discutere”.