Da sempre il nemico principale di Android è Android stesso, in particolare la frammentazione che affligge il robottino verde fin dalla sua nascita. Il fatto che Android possa essere installato su un enorme quantitativo di dispositivi completamente diversi tra di loro impedisce a Google di forzare l’aggiornamento come invece riesce a fare Apple con iOS.

Google lascia giustamente agli sviluppatori il compito di aggiornare i propri dispositivi ma molto spesso i terminali di fascia medio bassa vengono abbandonati al loro destino appena vengono commercializzati. Il problema della frammentazione è particolarmente sentito dalle aziende che attuano la politica del BYOD (bring your own device), quelle che permettono ai dipendenti di utilizzare il proprio smartphone in azienda.

Un recente problema di sicurezza che affligge tutte le versioni di Android inferiori alla 4.4 KitKat, ha fatto prendere una importante decisione ad una grossa azienda, rimasta anonima. Un rappresentante della compagnia ha riportato a iTWire la propria intenzione di vietare l’uso di dispositivi Android all’interno della propria azienda.

Mentre iOS e Windows Phone garantiscono una maggiore uniformità, semplificando il processo di gestione delle app interne all’azienda, sviluppare ed aggiornare le app necessarie per Android richiede uno sforzo economicamente insostenibile, perché lo sviluppatore si trova a doversi destreggiare tra una infinità di dispositivi e versioni differenti di Android.

Quello della frammentazione di Android è un problema difficile da affrontare per Google e sembra improbabile che possa essere trovata una soluzione efficace ed economicamente sostenibile.

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