Il 2017, lo sappiamo, è stato l’anno dei display 18:9 e borderless e questo ha costretto tanti produttori a spostare il lettore di impronte digitali rispetto alla classica posizione frontale o a cercare soluzioni alternative per lo sblocco attraverso l’utilizzo del nostro volto.
Durante l’anno abbiamo visto tantissime soluzioni differenti che è possibile racchiudere nelle due macro-categorie sopra citate e in 7 tipologie che andremo ad analizzare.

Il miglior metodo di sblocco? Scopriamolo!

Avrete sicuramente una preferenza ed è probabile che abbiate tenuto conto del metodo di sblocco per la scelta del vostro device, se ancora foste indecisi riepiloghiamo a seguire le caratteristiche salienti di ogni tipologia di sblocco.

Impronta frontale

L’impronta frontale è il metodo di sblocco classico, presente su smartphone ormai da più di quattro anni. Resta il metodo di sblocco più veloce e funzionale, trovandosi sul fronte appena sotto il display è facilmente utilizzabile anche senza tenere saldamente il dispositivo all’interno di una mano e, soprattutto, quando lo smartphone è poggiato su una scrivania.

Purtroppo si tratta di un metodo di sblocco destinato a morire a causa dei display borderless, a meno che non si trovi il modo di spostarlo sotto la superficie del display.

Impronta sul retro

Questa è la soluzione maggiormente adottata dai produttori nel 2017: secondo la logica, nel momento in cui il sensore non trova posto sul fronte lo si sposta sul retro, in una posizione centrale e facilmente raggiungibile con un dito.

Le problematiche in questo contesto sono due:

  • non è possibile sbloccare lo smartphone quando è poggiato su un tavolo;
  • è necessario tenere saldamente il dispositivo all’interno della mano.

Impronta sul retro (Samsung)

Anche Samsung nei suoi ultimi top di gamma (Samsung Galaxy S8, S8 Plus e Note 8) ha spostato il sensore delle impronte digitali sul retro, ma lo ha fatto in una posizione più scomoda rispetto agli altri, per questo motivo viene inserito in una categoria a parte.

In questo caso il sensore è decentrato e posizionato più in alto rispetto alla norma, chi vi scrive lo trova piuttosto scomodo soprattutto in smartphone grandi come S8 Plus o Note 8. Nonostante la soggettività della questione, dipendente soprattutto dalle dimensioni delle proprie mani, è indubbio che lo sblocco in questo caso sia meno immediato.

Impronta laterale

Una delle pochissime aziende ad adottare questa soluzione è Sony con tutti i suoi smartphone top di gamma, e non solo. La posizione laterale del sensore è particolarmente intelligente, in questo modo è possibile sbloccare lo smartphone quando è su una superficie, mentre è naturale toccare il tasto di accensione con il pollice o l’indice della mano opposta mentre si afferra il device.

Anche i produttori con display borderless potrebbero usare l’impronta laterale sul lato destro, tuttavia l’azienda giapponese sembra l’unica a crederci sul serio.

Sblocco con l’iride

Lo sblocco con l’iride è sicuramente uno dei più controversi del 2017, premesso che probabilmente si tratta di uno degli sblocchi più sicuri attualmente sul mercato, non si può parlare altrettanto bene della comodità di utilizzo e la percentuale di riconoscimento per alcuni motivi:

  • il range è particolarmente ristretto, questo vuol dire che lo smartphone deve essere in una posizione ben precisa nel momento in cui lo si sblocca, altrimenti gli occhi del proprietario non vengono riconosciuti;
  • di sera funziona alla perfezione, non altrettanto bene all’aperto con luce diretta del sole che colpisce i sensori.

Lo sblocco con l’iride è presente solo su Samsung Galaxy S8, S8 Plus e Note 8, insieme all’impronta e allo sblocco con il volto.

Sblocco con il volto

Diversi produttori hanno adottato questa soluzione nel 2017 per accompagnare altre tipologie di sblocco: oltre la già citata Samsung, OnePlus e LG hanno usato questo metodo in accoppiata con la classica impronta.

In questo caso lo sblocco con il riconoscimento del volto avviene con una singola fotocamera, risulta sempre piuttosto veloce e immediato, soprattutto nella sua ultima iterazione sul top di gamma di casa OnePlus.

Le problematiche, anche in questo caso, sono due:

  • di sera può capitare che il riconoscimento non avvenga in maniera corretta, alcuni smartphone utilizzano la luce emanata dal display per illuminare il volto, ma ugualmente abbiamo dei problemi;
  • la sicurezza non è ai massimi livelli, abbiamo visto in questi mesi diverse dimostrazioni di quanto sia facile ingannare lo sblocco con il volto attraverso una semplice foto del proprietario.

FaceID

Il FaceID presente solo su iPhone è una tecnologia leggermente differente, la stessa utilizzata sul Kinect di Microsoft. Lo sblocco avviene grazie a una mappatura 3D del volto e al confronto con i dati pre-registrati nello smartphone: il tutto funziona sempre piuttosto bene in qualsiasi condizione.

Anche per il FaceID ci sono stati video che hanno dimostrato la sua bassa efficacia nel caso di gemelli omozigoti o stampando foto del volto e incollandole su un modello 3D, tuttavia eludere questo sistema sembra leggermente più difficile rispetto al precedente.

Per quanto riguarda la velocità di sblocco siamo su livelli più bassi rispetto a quelli di OnePlus 5T, probabilmente ciò è dovuto alla grande quantità di dati registrati dallo smartphone prima di sbloccarsi.

Vi invitiamo a guardare il video presente sul nostro canale YouTube per avere riscontri visivi di quanto scritto all’interno di questo articolo, e a esprimere le vostre preferenze all’interno dei commenti. Chi vi scrive ha stilato una personale classifica all’interno del video.