In occasione del Google I/O, Sundar Pichai aveva annunciato che ci sarebbero stati radicali miglioramenti relativi alla sicurezza di Android con l’avvento della versione “L” e finalmente possiamo saperne di più, mediante un report del Washington Post contenenti informazioni comunicate direttamente da Google.

Android L porterà con sé la crittografia dei dati salvati nella memoria locale come impostazione predefinita, non più opzionale come è adesso. E’ piuttosto curiosa come cosa, poiché Apple l’ha appena introdotta nel suo sistema operativo con il rilascio di iOS 8, ma su questo sorvoleremo per ora.

Ciò significa che nessuno sarà più in grado di accedere ai dati nel nostro dispositivo, nemmeno le forze dell’ordine in possesso di un mandato; Google, quindi, si toglie dalle mani un bel problema, che più volte in passato è stato oggetto di discussione, poiché non avrà più gli strumenti per sbloccarlo. Ciò però rende sicuramente la vita più difficile alle forze dell’ordine, perché spesso gli smartphone contengono prove fondamentali per far sì che il colpevole di un reato venga arrestato; ma sorvoleremo anche su questo.


C’è da considerare però che la crittografia è valida solo per i dati salvati nella memoria interna e non per quelli salvati nel cloud, a cui le forze dell’ordine potranno accedere senza troppi problemi. A questo si aggiunge che Android finalmente sarà pronto per essere utilizzato in ambito business, che è stato sempre un po’ l’obiettivo di Google fin dalla presentazione della versione “L”.

Non è ancora chiaro però se la crittografia abilitata come impostazione predefinita sarà presente anche nei dispositivi che riceveranno l’aggiornamento ad Android L o solo in quelli che ne saranno dotati fin dal lancio: non dovremo aspettare comunque molto per scoprirlo, poiché il rilascio di Android L è atteso per il mese prossimo.

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