SOL Republic è un marchio che è nato dal figlio del fondatore di Monster, nome arcinoto sia tra gli audiofili sia tra chi ha seguito l’avventura di Beats dall’inizio, dato che era l’azienda produttrice delle cuffie del Dr. Dre. Le SOL Republic Master Tracks sono cuffie circumaurali (over-ear) dall’aspetto molto giovanile e dal suono sicuramente orientato ai più giovani e a chi preferisce i bassi con qualche marcia in più.

Design e comfort

Il design delle SOL Republic Master Tracks è perfettamente inserito nella linea di prodotti della serie Tracks della casa di San Francisco: l’archetto è in plastica colorata, realizzato in un materiale virtualmente indistruttibile grazie alla sua estrema resistenza a qualunque tipo di deformazione; i padiglioni sono rimovibili e sostituibili, oltre che regolabili nella posizione; il cavo è sostituibile; sono presenti dei comandi sul cavo (subito prima della biforcazione) con un tasto play/pausa/rispondi e i tasti vol+ e vol- (questi ultimi funzionanti solo su iOS).

Sol Republic Master Tracks 2

I padiglioni hanno forma vagamente ovale e hanno un’imbottitura piuttosto corposa e morbida, che garantisce un buon comfort. Chi porta occhiali, però, potrebbe avvertire un po’ di fastidio in sessioni d’ascolto lunghe a causa della pressione esercitata dai padiglioni contro la testa. Come gran parte delle cuffie circumaurali, anche le Master Tracks hanno la tendenza a scaldare molto le orecchie e questo può diminuire il livello di comfort nelle sessioni di ascolto più lunghe.

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L’archetto ha un’imbottitura generosa, ma abbastanza dura. Questo lo rende meno morbido di quanto dovrebbe e diminuisce il comfort, soprattutto nel caso in cui abbiate il cuoio capelluto sensibile.

Un elemento negativo nel comfort è dato dal fatto che il sistema di ancoraggio dei padiglioni all’archetto non è perfetto e questo fa sì che i capelli, quando sono lunghi, vengano pinzati – con conseguenze dolorose quando si tolgono le cuffie.

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L’isolamento è di tipo passivo ed è appena accettabile: riesce a tenere fuori i rumori meno intensi, ma si limita ad attutire i rumori più forti che riescono comunque a penetrare all’interno. In condizioni di forte rumore ambientale, come la metropolitana, la maggior parte del rumore è comunque ben udibile; in ambienti più silenziosi, invece, l’effetto è molto migliore.

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Un piccolo difetto da segnalare è la lunghezza del connettore jack, che è di qualche decimo di millimetro più corto rispetto alla norma; questo fatto non costituisce di per sé un problema, ma rende le cuffie non compatibili con alcuni dispositivi più sensibili rispetto a questo aspetto. Un esempio è il Lenovo Vibe Shot, che non riesce a mantenere una presa salda sul connettore e finisce per espellerlo.

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All’interno della confezione è presente anche un piccolo sacchetto in tessuto morbido e nylon dove riporre le cuffie quando non in uso; le dimensioni sono abbastanza contenute, però, e non è sempre facile riporre le cuffie all’interno senza difficoltà.

Funzionalità

Come già riportato, i comandi delle SOL Republic Master Tracks non sono completamente compatibili con Android e l’unico tasto ben funzionante è quello centrale con funzione di play/pausa/rispondi. Gli altri due tasti sono compatibili esclusivamente con iOS.

Il microfono incorporato funziona egregiamente bene e riesce a far risultare la voce chiara anche in ambienti particolarmente rumorosi se si ha l’accortezza di avvicinarlo alla bocca.

Audio

Ho effettuato un rodaggio delle cuffie di più di 100 ore e ho eseguito le prove d’ascolto usando prevalentemente file FLAC (16it, 44.1kHz) e qualche MP3 (320kbps); le sorgenti utilizzate sono un PC cui è stata collegata una scheda audio Creative Sound Blaster X-Fi HD e un Lenovo Vibe Shot.

Purtroppo non sono disponibili dettagli tecnici sulle cuffie – non vengono nemmeno forniti dati di base come impedenza e risposta in frequenza.

Non sono un grande fan delle cuffie con bassi molto potenti per molti motivi e, anzi, preferisco solitamente cuffie con una curva di risposta quanto più possibile piatta con un accenno di bassi in più per dare quel tanto di corpo in più da rendere l’ascolto meno analitico e più piacevole e divertente, ma semza esagerare. Le SOL Republic Master Tracks sono, però, decisamente oltre i limiti per i miei gusti e per un motivo preciso: i bassi non si limitano ad aggiungere un po’ di colore, ma finiscono per sovrastare altre frequenze e a rendere il suono molto più chiuso e cupo di quanto dovrebbe essere.

Il problema principale delle Master Tracks è il livello di dettaglio insufficiente a basso volume e particolarmente evidente nella parte alta dello spettro sonoro. Alti dettagliati e ricchi sono la base per un suono aperto, frizzante e vivace, ma mancano in queste cuffie. Non è un problema solo per generi che non sono fatti per essere ascoltati con queste cuffie, come la classica, ma anche per generi come il rock e il metal.

I bassi finiscono per soffocare il resto, anche se si può sentire molto bene che il resto è più che decente in quei brani in cui i toni predominanti sono medi e alti e i bassi sono solo marginali. La qualità dei bassi è comunque buona, poiché sono ben controllati e abbastanza profondi (anche se non profondissimi).

I medi sono presenti e dettagliati, con un bel timbro e una buona spazialità; il problema principale è che i medio-bassi vengono totalmente dominati dai bassi e perdono quindi incisività e valore all’interno dell’insieme. Le voci maschili, proprio a causa della sovrabbondanza di bassi, tendono ad essere falsate e ad apparire più baritonali di quanto non siano in realtà.

Gli alti sono dettagliati, ma non come in cuffie come le Plantronics Voyager Focus UC; questa differenza si rivela importante soprattutto quando si ha a che fare con brani con molti piatti o altri strumenti che operano nella fascia alta della gamma sonora. Il risultato è che i dettagli sono “spuntati”, nel senso che non sono incisivi né particolarmente puntuali.

La più grande qualità di queste cuffie è senza dubbio la spazialità: il suono è ben distribuito nello spazio e circonda l’ascoltatore, con gli strumenti che sono posizionati precisamente in senso spaziale.

Vediamo come si comportano le SOL Republic Master Tracks con i vari generi:

  • Classica/sinfonica: in una parola: “no”.
  • Jazz: come sopra.
  • Metal: in brani che contengono già molti bassi di loro, come Progeny dei Celtic Frost o Scavenger of Human Sorrow dei Death, i bassi diventano eccessivi e rimbombanti; negli altri brani, invece, prendono un posto predominante senza però controbilanciare tale squilibrio. Il risultato è che i brani risultano molto più cupi e chiusi del dovuto; se questo fatto può essere positivo per certi brani, non lo è per altri.
  • Rock: curiosamente, l’enfasi sui bassi si sente poco in brani come Smells Like Teen Spirit o Born to be Wild e, anzi, sembra aiutare il brano ad avere più corpo e ad apparire più pieno. In The Great Gig in the Sky, viceversa, i bassi diventano eccessivi e snaturano il brano.
  • Trip-hop: il trip-hop trae limitato giovamento dall’aumento del volume delle tonalità basse; sicuramente appare più cupo, come è giusto che sia, ma perde sfumature importanti per la resa complessiva.
  • Celtica/Folk: il troppo stroppia e i bassi rendono i brani in scaletta rimbombanti: anche qui il commento è “no”.
  • Elettronica: il regno naturale di queste cuffie, l’elettronica è resa magnificamente. I bassi sono potenti e decisi e aggiungono profondità e divertimento al genere.

In conclusione

Le SOL Republic Master Tracks sono cuffie ben lontane da qualsivoglia pretesa di ascolto critico; sono cuffie “divertenti” e orientate per lo più ad un pubblico giovane che ama i bassi e ascolta generi in cui questi ricoprono un ruolo primario. Nel loro genere sono cuffie decisamente buone, con un’ottima qualità costruttiva e un buon comfort. Il fatto che siano cuffie modulari rende poi semplice sostituire parti che possono danneggiarsi con l’uso.

Il prezzo di circa 145€ su Amazon.it non le rende esattamente economiche, ma le si può considerare come la fascia più alta delle cuffie di questo tipo e, da questo punto di vista, il prezzo è adeguato all’offerta.