In occasione del Google /O 2024, Big G aveva annunciato alcune interessanti novità per Google Foto, una delle quali, chiamata “Ask Photos”, legata ai modelli più avanzati di Gemini AI, venne introdotta come una delle innovazioni più promettenti per il futuro dell’IA applicata ai contenuti personali degli utenti dei servizi di Big G.

L’obiettivo era chiaro: consentire agli utenti di utilizzare query più descrittive al fine di giungere a risultati ancora più efficaci, ponendo domande in linguaggio naturale e ricevendo come risposta non solo un elenco di immagini pertinenti, ma anche un riepilogo contestualizzato generato da Gemini.

Dunque, avviando un colloquio interattivo con Ask Photos, il chatbot di Google Photos, sarebbe stato possibile trovare prontamente il contenuto più coerente sulla propria libreria multimediale.

Ebbene, l’ambiziosa funzione di Google è stata messa in pausa. A detta della stessa Big G le ragioni sono imputabili a lentezza, scarsa qualità delle risposte e un’esperienza utente che non è ancora all’altezza delle aspettative.

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Lo sviluppo della ricerca tramite IA di Google Foto ha bisogno di più tempo

Come anticipato, la promessa era affascinante: un motore di ricerca conversazionale che potesse attingere all’intero archivio fotografico, comprendendo immagini, testi e contesto per offrire risposte intelligenti e personalizzate grazie alle capacità di Gemini.

A dare la notizia della battuta d’arresto è stato Jamie Aspinall, product manager di Google Photos, rispondendo direttamente su X a una serie di critiche degli utenti: “Ask Photos non è ancora dove dovrebbe essere”, ha ammesso, spiegando che i problemi principali riguardano tre aspetti fondamentali: latenza, qualità delle risposte e user experience.

A detta di Aspinall, la distribuzione della funzione era già stata limitata a un numero molto ristretto di utenti proprio per testarne la stabilità. Ma il feedback è stato chiaro ovvero troppe attese per ottenere risultati, e risposte spesso non all’altezza delle aspettative.

Google, dunque, ha deciso di prendersi una pausa per risolvere i problemi di cui sopra e rilanciare una nuova versione, prevista “entro circa due settimane”, che dovrebbe riportare la velocità e l’accuratezza ai livelli sperati in origine.

A rendere ancora più interessante la questione è il fatto che Ask Photos è alimentata da una versione specializzata di Gemini. Ma a differenza di Gemini applicato alla ricerca web o alla generazione di immagini, qui il modello è stato addestrato per interpretare in profondità le immagini personali, riconoscere testi all’interno delle foto.

Le capacità multimodali di Gemini ci permettono di capire cosa succede in ogni foto e di leggerne il testo, se necessario”, ha spiegato Google al momento del lancio.

Ma la sfida è proprio questa: l’elaborazione del contesto personale richiede una precisione e una sensibilità superiori rispetto alla mera generazione d’immagini o il riassunto di una ricerca web.

Google ci ha abituato a prendersi delle pause nello sviluppo per poi ripartire

Non è la prima volta che Google decide di mettere in pausa una funzione di IA lanciata con grande entusiasmo; il ritmo frenetico a cui sta procedendo la corsa all’intelligenza artificiale impone tempi di rilascio sempre più stretti e spesso a scapito della correttezza dei modelli rilasciati nonché della loro stabilità.

Giusto poche settimane dopo il debutto di “AI Overview”, l’azienda è stata costretta a un primo dietrofront a causa di alcune gravi allucinazioni: alcune risposte fornite dal sistema erano non solo sbagliate, ma addirittura grottesche e, come previsto, sono diventate virali sui social media.

E ancora, lo scorso febbraio, la funzione di generazione immagini con Gemini è stata sospesa dopo che alcuni utenti hanno segnalato errori storici e rappresentazioni distorte, come quella dei Padri Fondatori degli Stati Uniti generati come persone appartenenti ad altre etnie.

La pausa della funzione Ask Photos avviene nel contesto in cui Google ha annunciato un miglioramento alla ricerca classica all’interno di Google Foto con la possibilità di usare le virgolette per cercare testo all’interno di nomi di file, modelli di fotocamera, didascalie o testo nelle immagini, mentre senza virgolette verranno considerati anche i corrispettivi visivi.

Sottolineiamo, infine, che il rollout di Ask Photos era in atto solo negli Stati Uniti e, come anticipato, a un numero ristretto di utenti per fini di test.

In fase di annuncio, lo scorso anno, non sono stati diffuse informazioni o tempistiche sul rilascio in Italia il quale, a maggior ragione oggi, sembra essere ancora molto distante. Detto ciò, vi terremo aggiornati qualora dovessero esserci novità in merito.