Io vivo a Sesto San Giovanni, città molto grande posta a Nord-Est di Milano che conta circa 80’000 abitanti. Nella seconda metà degli anni ’80, complice la situazione economica favorevole e la grandezza delle industrie presenti sul suolo sestese (Breda, Falck, Campari, Magneti Marelli, Ercole Marelli, ecc), Sesto arrivò ad avere ben più di 100’000 abitanti. Nonostante la diminuzione drastica avvenuta negli anni ’90 a causa della chiusura delle fabbriche, Sesto rimane ancora un importante centro lombardo sia economicamente che in quanto a popolazione (è la settima città per popolazione in Lombardia). Non sto snocciolando questi dati per puro divertimento e per l’orgoglio di essere sestese, quanto più per dare un metro di paragone.

Samsung sta attualmente impiegando circa 75’000 persone per la produzione del suo Galaxy S III. Un numero così elevato da essere comparabile con il numero di abitanti di Sesto San Giovanni, che pure è più grande di tanti capoluoghi di provincia italiani. D’altronde il Galaxy S III ha visto prevendite per 9 milioni di pezzi, dunque non ci si stupisce di questo numero esagerato se confrontato con il numero dei pezzi da produrre. In valore assoluto, però, questo numero è davvero enorme. Sarò ripetitivo, ma pensare che un’intera città di dimensioni medio-grandi lavora alla produzione di un dispositivo lascia molto da pensare.

Questo numero non deriva da una comunicazione ufficiale di Samsung in merito, ma viene da una serie di deduzioni fatte da Sebastian Anthony di ExtremeTech.com. Le stime di Anthony si basano su dati rilasciati in passato da Apple e Samsung sulla forza lavoro necessaria a produrre i milioni di pezzi che vengono venduti. Il punto di partenza è la capacità delle linee di produzione di Foxconn, che è tratta dal diario di un lavoratore reso pubblico.

È logico pensare di poter fare un parallelo tra le linee di Foxconn in Cina e quelle di Samsung in Korea. In questo caso, per produrre 5 milioni di pezzi sono necessarie almeno 60 linee di produzione, ovvero l’incredibile numero di circa 38’400 lavoratori contemporaneamente al lavoro sulla produzione. Se però pensiamo che i pezzi da produrre sono 9 milioni per le prevendite più qualche milione per la vendita al pubblico nella grande distribuzione, allora il numero di linee sale oltre 100 e il numero di lavoratori va decisamente al di sopra dei 50’000 e va vicino ai 75’000 – probabilmente più, forse meno. Questi stessi lavoratori continueranno a produrre unità anche più avanti, per soddisfare la domanda di pezzi proveniente da tutto il mondo. Ricordiamo che negli USA non è ancora avvenuto il lancio, dunque la produzione dei primi modelli destinati all’America è ancora in corso.

Anche se non sono precise al 100%, queste stime danno un’idea ragionevole della quantità immane di persone al lavoro sul gadget tecnologico più atteso dell’anno. Si spera che le condizioni di lavoro nelle fabbriche Samsung siano migliori di quelle dei poveri lavoratori di Foxconn, ma per fortuna le leggi koreane sul lavoro sono molto più rigide di quelle cinesi e i controlli più accurati ed efficaci, per cui non dovrebbero sussistere problematiche simili a quelle riscontrate nelle sedi di Foxconn (ad esempio Shenzhen).

La prossima volta che prendete tra le mani un Galaxy S 3, pensate a tutte le persone che sono servite per fabbricarlo.