Non accenna a fermarsi la guerra dei brevetti, che da anni vede coinvolti tutti i protagonisti del mercato mobile. Dopo l’annuncio dell’armistizio tra Samsung ed LG che hanno trovato un accordo per evitare ulteriori battaglie legali, ci pensano due produttori cinesi a dare nuovo lavoro ai tribunali, in particolare ZTE e Huawei.

La presentazione della scorsa settimana nella quale Huawei ha svelato la nuova gamma P8, con P8 Max e P8 mini a fare da contorno al nuovo flaghsip del produttore cinese, non è passata inosservata nel quartier generale di ZTE. A destare le ire di ZTE sono alcune funzioni delle fotocamere utilizzate sia su Huawei P8 sia sul tablet Mediapad X2, mostrato per la prima volta al MWC di Barcellona.

Il primo brevetto infranto sarebbe relativo alle funzioni “Slow Shutter and capture Technology”, legato alla funzione Light Painting, una delle più innovative di Huawei P8. Il secondo brevetto invece è molto vago e riguarda “Imaging and Mobile terminal tech”. L’azione legale di ZTE intende bloccare la produzione dei dispositivi incriminati da parte di Huawei.

L’annuncio dell’azione legale è stato reso noto attraverso l’account Weibo di ZTE, come accade sempre più frequentemente per le aziende cinesi, e riporta quanto segue:

“La tecnologia delle fotocamere utilizzate sugli smartphone Nubia ha richiesto parecchio sviluppo e ricerca e sta ricevendo il giusto riconoscimento attraverso alcuni importanti brevetti. Trovandoci di fronte ad un vasto caso di plagio da parte di Huawei, abbiamo ritenuto che fosse giunto il momento di ricorrere alla giustizia per mantenere la competizione nei binari della legalità e correttezza.”

Huawei non ha ancora replicato ma sicuramente sentiremo ancora parlare di questa azione legale nelle prossime settimane.

Aggiornamento

Non è passato molto tempo prima che Huawei rispondesse alle accuse di violazione di brevetti da parte di ZTE, in merito alle fotocamere di P8 e Mediapad X2. Per quanto riguarda il brevetto “Slow shutter and Capture”, Huawei afferma che si tratta di una comune tecnica fotografica e che ogni produttore può adottare un diverso approccio per raggiungere il medesimo risultato.

Huawei afferma di aver sviluppato autonomamente le soluzioni tecnologiche utilizzate sui dispositivi incriminati e per le quali ha già richiesto gli opportuni brevetti. Huawei conclude affermando che se da una parte è seriamente impegnata a difendere le sue proprietà intellettuali, allo stesso modo ha un alto rispetto per le proprietà intellettuali dei propri concorrenti.

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