La tecnologia della ricarica senza fili sta facendo continui progressi con soluzioni a volte innovative e a volte più conservative. La soluzione alla quale sta lavorando il team di Microsoft Research, nei laboratori di Pechino, è sicuramente innovativa per il metodo che verrà adottato, combinando ed evolvendo tecnologie già consolidate.

AutoCharge, questo il nome del sistema di ricarica senza fili sviluppato da Microsoft, prevede due componenti: un sistema di ricarica ed uno smartphone. Lo smartphone deve integrare un pannello solare, che servirà ad immagazzinare l’energia recuperata dal raggio luminoso emesso dal sistema di ricarica. La base è composta a sua volta da quattro distinti elementi: una fonte luminosa, in grado di emettere un fascio luminoso, una prima fotocamera che monitora una superficie, ad esempio un tavolino, un attuatore meccanico per posizionare correttamente la fonte luminosa e una seconda fotocamera, un sistema di controllo che gestisca i movimenti e l’accensione o spegnimento della fonte luminosa.

autocharge_prototype

Il primo prototipo funzionante è ancora molto rozzo, lo smartphone utilizza un pannello solare separato per la ricarica, ma quello che interessa è l’effettivo funzionamento della soluzione. La fotocamera cattura immagini in modo continuo e le passa al controller che riconosce se nell’immagine è presente o meno uno smartphone. L’attuatore meccanico muove la fotocamera in continuazione per coprire l’intera superficie designata e, non appena il controller riconosce uno smartphone, posiziona correttamente la fonte luminosa e la accende, permettendo al dispositivo di ricaricarsi. Il flusso delle operazioni e lo schema di funzionamento sono riportate nelle tre immagini che vedete qui sotto.

Lo smartphone ricevente utilizzerà un LED per comunicare alla base di ricarica il completamento dell’operazione, il sistema provvederà quindi a spegnere il fascio luminoso e continuerà con il funzionamento normale. I ricercatori assicurano che il tempo di ricarica ottenuto con questo sistema è equivalente a quello ottenuto con un tradizionale caricatore da parete. Anche i tempi di riconoscimento di un dispositivo da caricare sono molto ridotti, il sistema riconosce lo smartphone in meno di un secondo.

Le applicazioni possono essere molteplici anche se va tenuto conto che la fonte luminosa potrebbe creare problemi di surriscaldamento o scottature alle persone, specialmente ai bambini. Va considerato che è improponibile utilizzare un simile sistema in camera, vista l’intensità luminosa generata dal dispositivo. AutoCharge non è esente da limiti insuperabili, difficilmente sarà possibile portarlo in viaggio, è necessario che nessun oggetto si frapponga tra lo smartphone e la fonte luminosa, e ovviamente lo smartphone deve sempre essere tolto da tasche o borse per essere appoggiato sulla superficie controllata. Resta in ogni caso una soluzione molto interessante che speriamo di vedere presto commercializzata.

Potete trovare il documento originale di Microsoft con tutti i particolari tecnici e le riflessioni dei ricercatori a questo indirizzo.

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