C’è un vecchio detto che dice che a gridare “al lupo! al lupo!” quando il lupo non c’è, alla fine non si viene creduti quando il lupo c’è davvero. Samsung rischia la stessa cosa, perché ha rimandato per l’ennesima volta il lancio di Tizen anche dopo aver presentato ufficialmente il proprio smartphone Samsung Z con il nuovo sistema operativo e dopo aver confermato il lancio in Russia nel mese di Giugno – no, l’ha posticipato a Luglio – no, come non detto, non verrà proprio lanciato in attesa di avere più applicazioni.

Se Samsung è veramente convinta di aver sviluppato una buona piattaforma (e dopo averla vista all’opera al Mobile World Congress di Barcellona siamo convinti che Tizen lo sia), allora non dovrebbe nicchiare come sta facendo. Quinto Fabio Massimo è passato alla storia col soprannome di cunctator, temporeggiatore, perché applicava una sorta di guerriglia che gli permetteva di prendere tempo in un momento in cui Roma era disperata. Ma Samsung non appare disperata e temporeggiare non serve a niente, ora.

Samsung vuole arricchire l’ecosistema con applicazioni, ma è un gatto che si morde la coda: gli sviluppatori non creeranno applicazioni per un sistema morto (ovvero non in commercio) e nessuno comprerà dispositivi i cui numeri delle vendite possano convincere gli sviluppatori a supportare la nuova piattaforma.

I risultati di questa strategia stanno già arrivando: i partner di Samsung stanno già defezionando, con NTT DoCoMo che ha cancellato il lancio di Tizen in Giappone e Orange che ha fatto altrettanto in Francia. Dato che Samsung sembra voler rimandare al 2015 il lancio del Samsung Z in Russia, c’è da chiedersi quale successo possa arrivare per la piattaforma.

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