Come vi abbiamo riportato pochi giorni fa, Samsung ha rilasciato un’API che consente di integrare una funzione di blocco della pubblicità nel proprio browser per Android.

Fin qui, nulla da eccepire, visto che anche Asus ha annunciato poche settimane fa la propria collaborazione con Adblock, se non fosse che oggi Adblock Fast, l’applicazione compagna di Samsung per il lancio della suddetta feature, è stata rimossa senza preavviso dal Play Store, dopo che aveva raggiunti ottimi risultati nei primi giorni di distribuzione.

Il motivo di questa scelta, comunicato via mail direttamente da Google agli sviluppatori, è che Adblock Fast viola la norma 4.4 del Developer Distribution Agreement. Andando a leggere la regola in questione, si nota che essa condanna le applicazioni che interferiscono con altre app, server, reti o altri servizi di terze parti, inclusi Google o qualunque altro operatore mobile.

A questo punto, visto che tecnicamente Adblock Fast violava la normativa, la sua rimozione sembra legittima, tuttavia ci si chiede come mai Adblock Plus, un software che recentemente ha fatto la sua comparsa su Android e che funziona esattamente alla stessa maniera del partner di Samsung, sia ancora vivo e vegeto. Forse perché, avendo avuto meno successo, non è ancora arrivato sotto i radar di Google?

La risposta non è così semplice come sembra, e non si può nemmeno escludere l’ipotesi di un errore da parte di BigG, certo è che un’azienda che fa della pubblicità online la sua prima fonte di guadagno non può vedere di buon occhio chi rimuove i banner dai siti web.

E voi, cosa ne pensate? Siete d’accordo alla pubblicità online, essendo consapevoli del fatto che è spesso la sola fonte di sostentamento per i gestori dei siti, oppure la eliminate senza pietà facendo uso di un adblocker? Dite la vostra nei commenti.

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