Forte del successo della serie Mi Band Xiaomi ha rilasciato quest’anno la nuova generazione, Xiaomi Mi Band 3, da qualche tempo disponibile anche nella versione NFC. Al momento si tratta di un modello destinato al mercato cinese, tanto che il software di sistema non è stato tradotto nemmeno in inglese ed è disponibile solamente in inglese.

Abbiamo voluto testare questa nuova versione per capire se è affidabile quanto la versione classica e se sono stati risolti i problemi evidenziati nella nostra recensione. Sembra peggiorata l’autonomia mentre il vetro protettivo se bra di qualità migliore e non si graffia facilmente.

Abbiamo dunque messo a confronto la smartband più famosa con le altre soluzioni disponibili sul mercato, con un prezzo simile, per vedere se è sempre il modello di riferimento o se le cose cambiano.

Xiaomi Mi Band 3 NFC

La sola differenza rispetto alla versione in vendita da qualche mese è la presenza della tecnologia NFC, al momento non funzionante in Italia, che permette di simulare le schede degli autobus o di effettuare operazioni predeterminate. Per il resto non ci sono novità, se non la presenza del solo firmware in cinese.

Specifiche tecniche di Xiaomi Mi Band 3 NFC

La scheda tecnica di Xiaomi Mi Band 3 NFC è sostanzialmente identica alla versione normale, con uno schermo da 0,78 pollici, risoluzione di 80 x 128 pixel e un tasto soft touch che permette di accendere lo schermo. Anche in questo caso serve una pressione prolungata per confermare le scelte mentre uno swipe laterale permette di navigare nei menu.

Lo schermo è protetto da un vetro di buona qualità, che non si riga facilmente. Resta il problema della pessima visibilità sotto il sole, che lo rende difficilmente leggibile durante le attività all’aperto. Il problema è comune a tutte le smartband che abbiamo provato, con la sola esclusione di Zeblaze Plug C, che con il suo schermo transflective risulta spettacolare sotto il sole.

Ritroviamo il lettore di battito cardiaco, preciso ma non troppo, l’accelerometro a tre assi e i vari sensori. La ricarica della batteria, che ha una capacità di 110 mAh, avviene con un adattatore da collegare a una porta USB. L’autonomia però è decisamente inferiore rispetto alle nostre attese: con le notifiche attive, 30 minuti di attività al giorno e la misurazione del battito cardiaco solo di notte abbiamo raggiunto i 10 giorni.

Misurazioni effettuate

Durante i nostri test abbiamo riscontrato la tendenza a sottostimare leggermente il conteggio dei passi nelle attività più lunghe mentre nelle normali attività quotidiane avviene esattamente il contrario, con una sovrastima dei passi effettivamente percorsi. Il battito cardiaco viene rilevato con una buona precisione ma abbiamo notato qualche imprecisione nella misurazione del sonno.

È probabile che serva ancora qualche aggiustamento al firmware per raggiungere lo stesso livello della versione classica, decisamente più precisa sotto tutti i punti di vista. La misurazione del battito cardiaco dovrebbe migliorare la precisione del rilevamento del sonno ma ci sono volute almeno due settimane prima che i dati diventassero più accurati. Nello schema sottostante abbiamo riportato le misurazioni dei primi giorni, quindi mettete in conto un paio di settimane di assestamento.

Nelle attività più lunghe Xiaomi Mi Band 3 NFC si è dimostrata precisa, con uno scostamento che non supera mai il 2%, su percorsi misti con salite e discese o completamente pianeggianti. Nel complesso dunque misurazioni attendibili, anche se troviamo di meglio.

Companion app

Mi Fit è l’app utilizzata da sempre per gli indossabili Xiaomi e sotto questo punto di vista rappresenta una garanzia. È possibile visualizzare i dati del sonno e delle attività svolte, queste ultime in una scheda dedicata, oltre a decidere quali notifiche visualizzare sulla smartband.

È possibile visualizzare promemoria relativi alla sedentarietà, impostare sveglie, avviare sessioni di allenamento decidendo la tipologia di attività. Dalla smartband è solamente possibile avviare la registrazione, senza però poter specificare se si tratta di una camminata, di una corsa, o di altro.

Conclusioni

Xiaomi Mi Band 3 rappresenta dunque un’ottima scelta se non volete spendere cifre esagerate ma al momento non ci sono motivi che dovrebbero spingervi a preferire la versione dotata di connettività NFC rispetto a quella normale. Non è ancora chiaro se la tecnologia sarà supportata al di fuori della Cina, anche se con i prossimi aggiornamenti le potenzialità potrebbero crescere decisamente.

L’assenza della lingua italiana rappresenta sicuramente un freno, ma è possibile che nel corso delle prossime settimane arrivi quantomeno il firmware in inglese. La differenza di prezzo con la versione classica è di pochi euro, la trovate a circa 27 euro su GearBest, che ringraziamo per il sample, per cui sta a voi decidere se sperare nel rilascio di una versione internazionale che sfrutti l’NFC o prendere il modello che supporta l’italiano.