Ultimamente sono diversi i servizi ad aver lanciato (o a prepararsi a farlo) delle versioni alleggerite delle loro app principali. L’impulso è arrivato dal progetto Android Go di Google, quello grazie al quale si è riusciti a portare una versione aggiornata – quindi sicura – del sistema operativo del robottino su hardware poco svelti e dalla “memoria corta”.

Sull’app snella, mossa da un’idea per nulla malvagia, a volte però si eccede con le sforbiciate penalizzando eccessivamente l’esperienza d’uso, che finisce con l’essere incompleta o troppo limitata. Spotify sta per lanciare il suo alter ego Lite, privo – pare – di risultati esaltanti a parte quello sul peso, ridotto a 15 MB dai circa 100 MB di partenza.

Nonostante a primo impatto sembri sorprendentemente simile all’app standard, Spotify Lite colleziona rinunce. Anzitutto non è possibile ascoltare i brani offline, il che comunque è coerente con la natura dell’applicazione. Non si può neppure scegliere la qualità di riproduzione, scelta meno comprensibile visto che non graverebbe sulla memoria del telefono ma sul piano dati o sulla rete Wi-Fi.

A suggello di tutto, neppure gli utenti Premium – quindi paganti – possono scegliere il brano da riprodurre ma devono necessariamente avvalersi della riproduzione casuale (va a capire perché…). Il team di sviluppo dovrà lavorare sodo per rimediare alle numerose criticità (alcune inspiegabili) di Spotify Lite. Se volete dare un’occhiata, vi invitiamo a cercare un APK in Rete perché non è ancora disponibile sul Google Play Store in Italia essendo limitata, per ora, a qualche decina di paesi emergenti.