Il mercato dei dispositivi mobili, con il suo enorme quantitativo di dati sensibili, personali e a volte riservati, fa gola a molti malintenzionati. Un recente studio condotto dai Mobile Security Labs di Alcatel-Lucent mostra come nel 2014 siano stati circa 16 milioni i dispositivi mobili affetti da malware, con una crescita del 25% rispetto al 2013.

Si tratta ancora di una piccola goccia nel mare, visto che parliamo dello 0,68% di tasso di infezione, ma si tratta di un dato in continua crescita che va tenuto in debita considerazione. Secondo Alcatel-Lucent, sei dei primi venti malware sono spyware, utilizzati cioè per spiare le chiamate effettuate e ricevute, leggere i messaggi, le email e la cronologia della navigazione.

La maggior parte di questi spyware sono nascosti all’interno di applicazioni regolarmente presenti sul Play Store di Google, il che è ancora più inquietante. La maggior parte del malware colpisce Android e Windows Phone, ma anche piattaforme ritenute sicure, come BlackBerry e iOS, risultano colpite, seppur in minima parte.

Cresce il numero di reti domestiche infette dai virus, che ormai arrivano a colpire i router di casa, i modem ADSL e gli Hotspot WiFi. Sono stati segnalati anche i primi casi di attacchi DDos (denial-of-service) partiti da smartphone, e sono sempre più frequenti i casi di ransomware, quel tipo di software che solitamente permettono di accedere ai propri dati solo dopo il pagamento di un “riscatto”.

Come sempre i principali responsabili sono gli utenti che non prestano le dovute attenzioni nell’installazione delle applicazioni. Molti utenti sono convinti che la responsabilità di proteggere lo smartphone sia interamente a carico dei gestori mobili. Come sempre in questi casi deve prevalere il buon senso, evitiamo quindi di installare applicazioni da sviluppatori poco conosciuti e che promettono miglioramenti mirabolanti.

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