Oggi come oggi, il GPS è qualcosa a cui pochi di noi potrebbero rinunciare. Persino la NASA da un po’ di tempo a questa parte si sta dando da fare per cercare di sviluppare ancor più i servizi di geolocalizzazione, localizzazione anzi. Come? Pensando a un sistema GPS per la Luna, utile magari ad Artemis, quel noto programma di volo spaziale che punta a far atterrare la prima donna sulla luna e al contempo funge da prossimo viaggio dell’uomo sulla superficie lunare.

Un sistema GPS sulla Luna sarebbe d’aiuto per gli astronauti e per gli stessi controllori che monitorano i viaggi da qui, dalla Terra, questo è chiaro. Il problema è sviluppare una tecnologia che lavori a distanze importanti. Per inciso, al momento la NASA è riuscita a sviluppare un sistema GPS in grado di coprire la metà della distanza che ci separa dal nostro satellite (missione MMS).

L’obiettivo: migliorare il precedente sistema GPS spaziale, il NavCube che vedete sotto, con una speciale antenna ad alto guadagno, un orologio più preciso e altri miglioramenti vari.

“La NASA sta lavorando alla tecnologia GPS in alta quota da anni. IL GPS attorno alla Luna è la prossima frontiera” ha dichiarato Luke Winternitz, architetto del sistema MMS, in un comunicato stampa.

Di ostacoli da superare ce ne sono ancora molti, fra tutti la distanza e il tempo necessario affinché il segnale copra una distanza tale. I benefici, oltre a un sistema di localizzazione utile per la navigazione e la tracciatura del percorso, li possiamo trovare nel minore impatto sulla banda utilizzata per la comunicazione fra la Terra e il veicolo spaziale e nell’obiettivo di rendere l’astronave indipendente o quasi.