Nomophobia è il termine che definisce la dipendenza da smartphone visto che unisce insieme “no mobile phone phobia” ovvero la paura di ritrovarsi senza il cellulare tra le mani e senza possibilità di connettersi a Internet e alle proprie utenze sociali. Il fenomeno è molto più grave e importante di quanto si potrebbe immaginare.

La stima è che l’80% dei giovani nella fascia d’età più sensibile da 15 a 25 anni ne sia affetta in modo più o meno consistente. Secondo gli ultimi sondaggi, il 50% di questi ragazzi continua a guardare il display anche durante i pasti e il 78% a letto prima di dormire, quando ci si desta al mattino e addirittura durante la notte (qui altri dati).

Per questo motivo è arrivata una proposta di legge da parte del Movimento 5 Stelle (prima firmataria è la deputata Vittoria Casa) per cercare di arginare il fenomeno agendo sulle fasce d’età più sensibili con progetti sociali, soprattutto in ambito scolastico. Un’idea che potrebbe trascendere dagli schieramenti politici trovando ampio consenso.

Se in un primo momento la nomophobia potrebbe scatenare commenti risibili e poca preoccupazione, in realtà è una patologia da non sottovalutare sia sotto il profilo psichico sia sotto quello sociale visto che causa stress e malessere quando il soggetto è impossibilitato a utilizzare lo smartphone e/o a connettersi alla rete con le reazioni più gravi che colpiscono fino alla metà dei soggetti.

Inoltre, i ragazzi colpiti sono sottoposti a profonda ansia attendendo il feedback dei contatti sui social network su foto o altri contenuti. Per questo motivo si sta preparando una proposta di legge che punta a fermare questo problema, agendo prima di tutto sulla consapevolezza e sulla corretta informazione.

Si può infatti leggere di proposte di corsi di formazione nelle scuole medie e superiori sull’uso corretto della tecnologia e dei servizi del web, per esplicitare i rischi che si possono correre e cercare di porre più luce sui particolari che generano ansia immotivata. Anche i genitori dovranno essere più coinvolti, perché il tutto non si limiti all’ambiente scolastico, ma prosegua anche a casa.

In programma anche l’allestimento di un tavolo tecnico coinvolgendo anche il Ministero dell’Istruzione ed il Ministero della Salute insieme all’Agcom, al Garante per la privacy e l’Autorità per l’infanzia e l’adolescenza.