Alcuni ricercatori della Stanford University, lavorando in tandem con un team di Rafael Defence, hanno scoperto come i giroscopi utilizzati in quasi tutti gli smartphone possano venir utilizzati come dei piccoli microfoni; questo, ovviamente, potrebbe aprire le porte ad un nuovo tipo di intercettazione telefonica.

I giroscopi funzionano grazie all’effetto di Coriolis, utilizzando una speciale piastra in grado di determinare l’orientazione del device; ebbene, questa piastra potrebbe però venir utilizzata come sensore per le onde sonore, le quali ne causano la vibrazione.

Completando l’opera con un programmino, potrebbe venir registrato un file audio. Il funzionamento sarebbe però limitato: infatti, il sensore sarebbe in grado di captare solamente onde sonore con frequenza fino e non oltre i 200 Hz (nei dispositivi Android).

Anche se la nostra voce cade in questo intervallo di frequenza, non sarebbe poi facile riuscire ad estrapolare le parole; il team di ricercatori, tramite un programma, è riuscito a registrarne solo alcune, non abbastanza per un vero e proprio uso come microfono.

Ovviamente, con il procedere della ricerca questo uso potrebbe venir migliorato, causando il rischio di intercettazioni: ad esempio, le app che richiedono l’uso del microfono, visualizzano la richiesta nell’installazione; ma non esiste un tale permesso per un componente base come il giroscopio.

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