A partire da oggi in Australia, Facebook comincia a nascondere il numero dei like e di visualizzazioni sui post: i loro autori potranno però continuare a vederli così che risultino solamente un utile feedback. In questo modo le persone non saranno più condizionate dai numeri e saranno sostanzialmente costrette pensare a più a lungo se metterlo o meno. Non ci si potrà più sentire imbarazzati a premere il pollice verso sui post con pochi like e nemmeno metterlo automaticamente su quelli che ne hanno un gran numero.

La situazione è analoga a quanto l’azienda ha fatto per Instagram e in realtà si tratta di un test pubblico, ma ci sono buone probabilità che questa diventi la norma in futuro.
Queste sono le parole di un portavoce di Facebook: “Stiamo conducendo un test limitato in cui i il numero di like e le visualizzazioni vengono resi privati. Raccoglieremo poi i dati per capire se questo cambiamento migliora l’esperienza utente: se questo è il caso considereremo di espandere il test in altri paesi e persino di rendere questa situazione la normalità per tutti”.

Secondo l’azienda americana questa “privatizzazione dei numeri” ridurrà la mentalità di massa e promuoverà i contenuti di qualità: le persone saranno più propense a decidere col proprio cervello e non a scorrere la home passivamente mettendo “mi piace” ai post più popolari. A causa dei numeri visualizzati, alcune persone arrivano a confrontare la propria vita con quella delle persone seguite che hanno tanti like e visualizzazioni, facendo un’automatica associazione che porta a credere di vivere solamente giornate noiose. Secondo uno studio, il 20% dei momenti in cui si prova invidia sono dovuti a Facebook e sono relativi all’intensità con cui si seguono le persone passivamente e a lungo andare riducono la soddisfazione per la propria vita.

Il rovescio della medaglia arriva però per Influencer e Pagine Facebook: dall’avvio dello stesso test su Instagram infatti alcuni personaggi famosi canadesi hanno lamentato una riduzione delle interazioni con gli utenti perché gli algoritmi di ranking di questa piattaforma danno la priorità ai post con più like. Non c’è però alcuna prova che questa correlazione sia vera, ma è invece probabile che gli utenti si siano semplicemente accorti che alcuni contenuti non sono davvero di loro gradimento.

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