Anche se è opinione comune il pensiero secondo cui la concorrenza è utile al mercato, e la guerra dei prezzi va a tutto vantaggio del consumatore, ci sono delle considerazioni da fare in merito alle inevitabili conseguenze, che in un mercato in crisi come quello della telefonia mobile si stanno già facendo vedere.

L’arrivo di Iliad nel nostro Paese, con le sue offerte iper aggressive, è stato visto come una manna dal cielo dagli utenti, che hanno apprezzato, più o meno, i conseguenti tagli alle tariffe da parte degli operatori storici (TIM, Wind Tre e Vodafone), costretti a rispondere all’avversario per ridurre la perdita di clienti.

Se da una parte Iliad può aver messo in preventivo un periodo iniziale in cui i bilanci non saranno in attivo, dall’altra è inevitabile che con la crescita della rete di vendita e di assistenza i costi crescano, costringendo l’operatore a rivedere al rialzo le proprie offerte (almeno quelle nuove, visto che su quelle già presentate non ci saranno interventi).

Per gli altri operatori, che hanno una estesa rete telefonica, infrastrutture più complesse e una rete vendita capillare, le attuali condizioni economiche portano inevitabilmente a rimodulazioni al rialzo o a compromessi sulla qualità della rete telefonica (velocità di connessione limitata, perdita di connessione), entrambe sicuramente poco gradite dagli utenti.

Le cose però vanno peggio per tutti quei punti vendita che decidono di entrare nel mondo della telefonia mobile, o che vi operano da anni. I tagli sui costi delle tariffe si ripercuotono inevitabilmente anche su di loro, e secondo numerose segnalazioni i risultati sono già molto evidenti.

Qualcuno vende le SIM a un prezzo superiore a quello consigliato dal gestore (ma siamo in regime di libero mercato per cui è tutto assolutamente lecito, per garantire la propria sopravvivenza), oppure obbliga l’utente a effettuare ricariche sempre più alte, per garantirsi un minimo guadagno.

Nessun commerciante vi attiverà mai una SIM senza alcuna offerta inclusa, visto che non avrà nessun guadagno per il tempo perso (e sul fatto che ogni lavoro debba essere retribuito pensiamo che non si possa discutere). In alcuni casi il costo per l’attivazione di una nuova SIM supera i 60 euro, tra ricariche “pseudo-obbligatorie” e costo della SIM, ma è difficile condannare chi deve assicurarsi un guadagno per poter continuare a offrire i propri servizi.

Le compagnie, dal canto loro, riducono sempre più le provvigioni per la rete vendita, vista la facilità con cui gli utenti cambiano operatore a proprio vantaggio, e questo, alla fine, si ripercuote proprio sull’utente finale. Vogliamo dunque proporvi uno spunto di riflessione e vi chiediamo di esprimere la vostra opinione, sempre in maniera educata e civile, in merito alla vicenda.

Il calo dei prezzi è davvero un bene per tutti, utenti in primis, o è meglio pagare qualcosa di più per avere un servizio adeguato, una rete di assistenza seria e il giusto guadagno per tutti? Il box dei commenti è a vostra disposizione.