Dopo anni di scontri legali, appelli e colpi di scena giudiziari, la lunga battaglia tra Epic Games e Google giunge finalmente a una svolta che, con ogni probabilità, segnerà una nuova era per l’ecosistema Android. Le due aziende hanno infatti raggiunto un accordo che, se approvato dal giudice James Donato, non solo metterà fine a una delle cause più discusse degli ultimi anni, ma cambierà profondamente il modo in cui Android gestisce la concorrenza, gli app store alternativi e i sistemi a pagamento.

Una decisione che arriva in un momento cruciale per l’intero settore mobile, mentre Apple è impegnata ad affrontare le conseguenze delle nuove normative europee sul sideloading, Google sembra aver scelto di anticipare i tempi, trasformando la piattaforma Android in un ecosistema ancora più aperto e, almeno sulla carta, più equo.

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Come ha avuto inizio la disputa

Per capire la portata di questo accordo bisogna tornare indietro di qualche anno, al momento in cui Epic Games decise di sfidare apertamente Google introducendo un proprio sistema di pagamento in Fortnite, in violazione delle regole del Play Store; da lì nacque una delle più note cause antitrust del decennio, culminata in un verdetto che aveva già imposto a Google alcune limitazioni importanti:

  • obbligo di consentire la presenza di store di terze parti all’interno di Google Play
  • fine dell’obbligo per gli sviluppatori di utilizzare Google Play Billing
  • stop agli accordi di esclusiva con produttori di smartphone e operatori per favorire il proprio store

Tuttavia, quelle regole si applicavano solo agli Stati Uniti e per un periodo limitato di tre anni, con il nuovo accordo invece, Google si impegna a estendere queste modifiche su scala globale, rendendole parte integrante del suo sistema operativo almeno fino a giugno 2032.

Le novità dell’accordo tra Epic e Google

Le modifiche proposte da Google e condivise da Epic Games sono destinate a ridisegnare i rapporti tra l’azienda di Mountain View, gli sviluppatori e gli utenti. Secondo quanto dichiarato da Sameer Samat, presidente di Google Android, si tratta di una serie di proposte che mirano ad ampliare la scelta e la flessibilità degli sviluppatori, ridurre le commissioni e incoraggiare una maggiore concorrenza, garantendo al tempo stesso la sicurezza degli utenti.

In pratica, ecco cosa cambierà:

  • commissioni ridotte e più trasparenti -> Google ridurrà la commissione standard al 20% o al 9% a seconda del tipo di transazione, in alcuni casi (come confermato dal portavoce Dan Jackson) la riduzione effettiva potrà arrivare fino al 5%
  • App Store alternativi registrati -> con la prossima versione principale di Android gli utenti potranno installare store alternativi direttamente da un sito web, con una sola schermata di conferma e un linguaggio neutro, senza avvisi fuorvianti o schermate di paura
  • sistemi di pagamento multipli -> le app potranno integrare Google Play Billing accanto a sistemi alternativi, con la possibilità di offrire prezzi diversi o scontati a seconda del metodo scelto
  • validità globale e a lungo termine -> le modifiche saranno applicate in tutto il mondo fino al 30 giugno 2032, garantendo così stabilità e prevedibilità per gli sviluppatori
  • trasparenza nelle commissioni e nel fatturato -> Google separerà le commissioni di servizio da quelle di fatturazione, rendendo più chiara la struttura dei costi per chi pubblica app o giochi sul Play Store

Inoltre, l’accordo conferma il mantenimento di altre tutele già introdotte dal giudice Donato, come il divieto di Google di offrire incentivi o denaro ai produttori in cambio di preinstallazioni esclusive, e la possibilità per gli sviluppatori di comunicare liberamente con i propri utenti anche al di fuori del Play Store.

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Le dichiarazioni di Google ed Epic Games

Alla luce del nuovo accordo, entrambe le realtà hanno affidato al social network X il proprio entusiasmo; Sameer Samat di Google ha dichiarato:

Notizie entusiasmanti! Insieme a Epic Games abbiamo presentato una serie di proposte di modifiche ad Android e Google Play che mirano ad ampliare la scelta e la flessibilità degli sviluppatori, ridurre le commissioni e incoraggiare una maggiore concorrenza, il tutto garantendo la sicurezza degli utenti. Se approvate, queste modifiche risolveranno i nostri contenziosi. Non vediamo l’ora di discuterne ulteriormente con il giudice giovedì.

Ma anche il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, non ha nascosto la soddisfazione per quella che considera una svolta coerente con la visione originaria di Android:

Google ha presentato una proposta straordinaria, soggetta all’approvazione del tribunale, per aprire Android nel caso statunitense Epic contro Google e risolvere le nostre controversie. Raddoppia davvero la visione originale di Android come piattaforma aperta per semplificare le installazioni di store concorrenti a livello globale, ridurre le commissioni di servizio per gli sviluppatori su Google Play e abilitare i pagamenti in-app e web di terze parti. Si tratta di una soluzione completa, in contrasto con il modello di Apple che blocca tutti gli store concorrenti e lascia i pagamenti come unico vettore di concorrenza. I documenti pubblici sono disponibili online.

Le parole di Sweeney non lasciano spazio a dubbi, per Epic questo non è solo un compromesso, ma un precedente potenzialmente rivoluzionario, capace di ridefinire i rapporti di forza tra le piattaforme digitali e i loro partner commerciali.

Una vittoria per gli sviluppatori (e forse anche per gli utenti)

Se approvato, l’accordo potrebbe avere effetti a cascata su tutto il settore, la riduzione delle commissioni, unita alla semplificazione del processo di installazione degli store alternativi potrebbe spingere nuove realtà indipendenti a investire su Android, dando vita a una concorrenza più viva e diversificata.

Per gli utenti le implicazioni sono altrettanto significative, l’accesso a store registrati e verificati da Google dovrebbe eliminare gran parte dei rischi di sicurezza legati al sideloading, offrendo al contempo più scelta e, verosimilmente, prezzi più competitivi su app, giochi e abbonamenti.

Naturalmente resta da vedere come Google gestirà l’equilibrio tra apertura e controllo, la possibilità di installare store alternativi in modo semplice non significa necessariamente che questi saranno promossi o messi in risalto quanto Google Play; tuttavia il solo fatto che l’opzione esista e sia ufficialmente riconosciuta rappresenta una svolta senza precedenti nella storia di Android.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Epic e Google presenteranno la proposta definitiva al giudice Donato nella giornata di giovedì 6 novembre, e se l’accordo verrà approvato le nuove regole potrebbero entrare in vigore già con la prossima major release di Android, prevista per il prossimo anno.

Gli sviluppatori dovranno dunque prepararsi a un nuovo ecosistema di distribuzione, in cui lo store di Google non sarà più l’unico canale privilegiato, ma uno dei tanti registrati e riconosciuti; gli utenti dal canto loro, potranno finalmente sperimentare un’esperienza più libera, vicina alla filosofia originaria del sistema operativo ideato da Andy Rubin quasi vent’anni fa.

Per quanto la proposta nasca da un procedimento statunitense, la sua estensione globale renderà gli effetti visibili anche nel Bel Paese, gli sviluppatori italiani (soprattutto quelli più piccoli o indipendenti) potrebbero beneficiare di un taglio sensibile delle commissioni e di una maggiore facilità nel proporre app o giochi attraverso store alternativi, senza dover affrontare procedure complesse o rischi legali.

Gli utenti italiani invece potranno contare su più libertà di scelta e su una concorrenza potenzialmente in grado di abbassare i costi dei servizi digitali, dagli abbonamenti ai giochi mobile.

Non ci resta che attendere, se l’accordo sarà confermato potremmo trovarci di fronte non solo alla fine di una lunga disputa tra due giganti tech, ma anche all’inizio di una nuova fase per Android, in cui apertura, concorrenza e trasparenza tornano finalmente al centro.