Le batterie al silicio-carbonio nate per le auto elettriche stanno popolando anche il settore degli smartphone, promettendo una rivoluzione nel modo in cui pensiamo all’autonomia dei dispositivi.
Nelle ultime settimane vi abbiamo parlato di modelli con questa tecnologia, sia appena usciti o il cui lancio è previsto nel corso dei prossimi mesi, ma tra questi un simbolo della rivoluzione in questo ambito è l’Honor Magic V5, lo smartphone pieghevole ultracompatto che ospita una batteria da ben 5.820 mAh in un corpo spesso appena 4,4 mm.
Dietro questo piccolo miracolo ingegneristico c’è una tecnologia innovativa che nasce dal mondo dell’automotive e oggi sta lentamente facendo breccia nel settore mobile segnando una transizione storica.
Mentre colossi come Samsung, Apple e Google sembrano ancora restii ad adottarla, brand come Honor e OnePlus stanno già mostrando cosa è in grado di fare.
Indice:
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Dalle auto elettriche agli smartphone, la prossima rivoluzione mobile passa dalle batterie
L’Honor Magic V5 è l’erede di una linea che già nel 2023 aveva stupito per le sue dimensioni ridotte e l’autonomia sorprendente; con il suo successore, quest’anno l’azienda è riuscita a fare ancora meglio: nonostante un design ancora più sottile, la batteria è cresciuta del 13% rispetto al modello precedente, e del 32% rispetto al Galaxy Z Fold 7 di Samsung, pur mantenendo un peso simile.
Il merito è tutto delle batterie al silicio-carbonio in cui l’efficienza e la densità energetica, unite alla capacità di carica rapida sono fattori chiave per ottenere questo form-factor.
Il segreto è nel silicio
Le batterie agli ioni di litio tradizionali utilizzano grafite come materiale anodico, ma il silicio ha una densità energetica molto più alta.
Tuttavia, quest’ultimo, in forma pura tende a degradarsi più rapidamente. Per ovviare a questo problema, aziende come Group14 Technologies, ritenute tra i pionieri di questo sviluppo, hanno messo a punto un mix di grafite e silicio.
Nelle auto elettriche si arriva anche al 30% di silicio, mentre nell’Honor Magic V5 il valore si attesta al 15%: è comunque la più alta percentuale mai vista su uno smartphone.
In soldoni, questo significa che è possibile aumentare la capacità della batteria senza aumentare lo spessore del dispositivo, un vantaggio fondamentale per gli smartphone pieghevoli, ma utile anche per modelli ultrasottili come le future generazioni di iPhone Air, Galaxy Edge o Pixel Fold.
Un’altra innovazione cruciale adottata da Honor e OnePlus è l’uso di batterie a doppia cella. Questo sistema permette di ricaricare le due metà della batteria in parallelo, aumentando notevolmente la velocità di ricarica rispetto ai dispositivi con cella singola.
I numeri non mentono: l’Honor Magic V5, con i suoi 5.820 mAh, impiega appena 50 minuti per una ricarica completa, contro i 85 minuti del Galaxy Z Fold 7, che ha una batteria da soli 4.400 mAh.
Il OnePlus 13, con batteria da 6.000 mAh, fa ancora meglio: solo 35 minuti per una carica completa.
Oltre alla velocità, anche la temperatura resta sotto controllo: tutti questi dispositivi mantengono valori tra i 32 e i 36 gradi durante la ricarica, evitando surriscaldamenti dannosi.
Perché Apple, Google e Samsung non lo usano?
La domanda sorge spontanea e le ipotesi, formulate da vari analisti del settore, sono diverse.
Nel caso di Samsung, il fantasma del Galaxy Note 7, ritirato nel 2016 per problemi alla batteria, ha lasciato un segno profondo nell’approccio alle batterie.
L’azienda è diventata molto prudente nel testare nuove tecnologie legate all’alimentazione. In un’intervista recente, Samsung ha dichiarato di lavorare a una batteria al silicio-carbonio “più affidabile”, suggerendo che quelle attuali non lo siano ancora abbastanza.
Apple e Google, invece, potrebbero essere trattenute da motivi normativi e di costo. Le normative sulle spedizioni internazionali limitano le batterie a una capacità di 20 Wh per cella (circa 5.400 mAh), spingendo molti produttori a ridurre la capacità per i mercati globali.
Durata e cicli di carica delle batterie al silicio
A quanto pare, uno dei primi limiti delle batterie al silicio è la maggiore tendenza alla degradazione nel tempo. Sebbene i produttori assicurano che la tecnologia è maturata: Group14 sostiene che le sue celle superano ampiamente i cicli di vita delle batterie attuali.
Ad esempio, anche caricando ogni giorno un Honor Magic 5 Pro (il primo telefono a usare una batteria al silicio nel 2023), oggi non si sarebbero ancora raggiunti i 1.000 cicli, soglia oltre la quale Google inizia a limitare la capacità della batteria nei Pixel al solo 80%.
E anche ipotizzando un degrado fino all’80% dopo 2-3 anni, la batteria dell’Honor Magic V5, grazie alla maggiore capacità iniziale, resterebbe comunque superiore a quella di un Galaxy Z Fold 7 nuovo.
Il futuro del settore mobile è nel silicio-carbonio
Nonostante la prudenza dei colossi del settore, dispositivi impressionanti come l’HONOR Magic V5 guidano la rivoluzione; le batterie al silicio-carbonio saranno protagoniste nella prossima generazione di smartphone, soprattutto nei modelli pieghevoli o ultrapiatti, dove l’ottimizzazione degli spazi è cruciale.
Intanto, chi cerca autonomia, ricarica rapida e leggerezza ha già delle alternative molto valide. E se i test a lungo termine confermeranno l’affidabilità promessa, potremmo presto dire addio ai vecchi compromessi tra batteria e design, anche sui modelli dei produttori più blasonati.