Il 2025 è stato un anno molto importante per Android, rivoluzionato da Google, sia per quanto concerne la scaletta e la tipologia dei rilasci, sia per quanto concerne la gestione della AOSP.
Tutte queste modifiche, sulle quali spenderemo qualche parola in più poco sotto, potrebbero avere un impatto sulla gestione degli aggiornamenti da parte dei vari produttori.
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Android: cosa è cambiato nel 2025
Sposando in pieno il progetto trunk stable e anticipando di un trimestre il rilascio del major update, precedentemente relegato al terzo trimestre dell’anno ma da quest’anno anticipato al secondo trimestre, Google ha “rivoluzionato” Android.
Android 16, rilasciato a giugno 2025 (quindi nel secondo trimestre del 2025) è ufficialmente la prima versione “Trunk Stable” del sistema operativo del robottino verde, un approccio che prevede che nuove funzionalità, nuove API e correzioni di bug vengano sviluppate dietro i cosiddetti “feature flag“ (lett. flag delle funzionalità) ma possano essere “disattivate” dalle release pubbliche.
Siamo in attesa del primo aggiornamento trimestrale (QPR1), atteso a giorni (ora che siamo nel terzo trimestre del 2025), e a dicembre 2025 (quindi nel quarto trimestre del 2025) arriverà il secondo aggiornamento trimestrale (QPR2), diverso dal solito perché si configurerà come un aggiornamento tale da rivedere l’SDK (con un aggiornamento minore) ma che non modificherà i comportamenti di sistema, pur includendo versioni aggiornate delle API e nuove funzionalità.
In soldoni, considerando il nuovo approccio e l’anno diviso in trimestri (Q): nel Q1 e nel Q3 sono previsti aggiornamenti per le funzionalità, nel Q2 è previsto il major update (nuova versione dell’SDK, nuove API e comportamenti di sistema, nuove funzionalità) e nel Q4 è previsto un minor update (nuova versione intermedia dell’SDK, nuove API e nuove funzionalità).
Andando oltre Google ha rivoluzionato anche lo sviluppo della AOSP, rassicurando però tutti sul fatto che l’Open Source Project del sistema operativo non stesse per chiudere: l’unica differenza è una sorta di approccio più “chiuso” e controllato internamente e che probabilmente segua esattamente lo stesso ciclo di sviluppo principale. Ciò si sposa alla perfezione con qualcosa che è emerso qualche giorno fa.
Queste modifiche potrebbero avere conseguenze sugli aggiornamenti dei vari produttori
Tramite una serie di post concatenati pubblicati qualche giorno fa sul proprio canale nel portale di microblogging Mastodon, il team di GrapheneOS ha divulgato alcune informazioni relative alla gestione dei rilasci di Android da parte di Google.
Il colosso di Mountain View passerà alle release trimestrali su tutti i dispositivi: di questi, tre saranno le release trimestrali (QPR) e una sarà la release annuale (corrispondente alla nuova versione di Android e della AOSP). Le release mensili rimarranno esclusive dei Pixel ma, rispetto al passato, includeranno molte meno modifiche (quindi immaginiamo solo bugfix e l’implementazione delle patch di sicurezza).
Questa nuova “politica” potrebbe avere risvolti positivi per tutti i dispositivi non-Pixel, gli unici che finora potevano contare sugli aggiornamenti trimestrali: i produttori terzi potrebbero essere spinti a implementare questi aggiornamenti trimestrali nei loro dispositivi ma potrebbero essere disincentivati a rilasciare aggiornamenti mensili.
Gli aggiornamenti mensili rimarrebbero “utili” solo per l’implementazione delle patch di sicurezza, accompagnate da altrettanti bollettini che Big G diffonde mensilmente sia per Android che per i propri Pixel. Ad oggi, parlando di dispositivi del robottino verde “non-Pixel”, le vulnerabilità risolte da queste patch di sicurezza fanno riferimento a falle presenti nelle versioni iniziali del sistema operativo (e attualmente investono Android 13, 14, 15 e 16).
Tutto ciò non si tradurrà per forza di cose in un cambiamento certo. Non sappiamo se i produttori decideranno di sposare appieno questa nuova cadenza dei rilasci, limitandosi a bugfix e patch con gli aggiornamenti mensili e lasciando le nuove funzionalità ad aggiornamenti trimestrali, o se tutto resterà come prima.
Alcuni produttori, come Samsung, hanno già sposato il progetto Trunk Stable e potrebbero “conservare” le nuove funzionalità per versioni intermedie della One UI che corrispondano agli aggiornamenti trimestrali. Solo il tempo ci dirà come si evolveranno le cose.