Il prezzo degli smartphone continua a salire e un nuovo importante fattore di pressione sui costi arriva da TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company), la fabbrica di chip che alimenta molti dei più recenti flagship. Dopo aver aumentato i prezzi delle proprie produzioni nel corso del 2025, TSMC prevede un ulteriore incremento di circa il 5-10% per il 2026, influenzando direttamente il mercato mondiale, Italia compresa.

TSMC è nota per la produzione dei chip più avanzati, inclusi i processori Apple A-series e i chipset Qualcomm Snapdragon utilizzati sia nei nuovi iPhone che nei Samsung Galaxy di fascia alta. Per esempio, gli iPhone 17, in uscita tra pochi giorni, saranno probabilmente equipaggiati con il chip A19 e la serie Galaxy S26 dovrebbe adottare il nuovo Snapdragon 8 Elite Gen 2 o Gen 5 prodotto proprio da TSMC. Questo incremento dei costi produttivi si tradurrà inevitabilmente in un aumento del prezzo finale per i consumatori.

Offerta

Samsung Galaxy S25 Ultra 12/512GB

995€ invece di 1499€
-34%

L’aumento dei costi di TSMC e il suo impatto globale

È questa una notizia che ricalca quanto già avevamo visto in passato, quando lo scorso anno TSMC aveva aumentato i costi di produzione di circa il 10% a causa di vari fattori esterni come le tariffe imposte dagli USA, l’instabilità del cambio valuta e altri problemi logistici che hanno inciso sull’intera catena di distribuzione. Come evidenziato in numerosi articoli precedenti su TuttoTech e TuttoAndroid, queste dinamiche incidono pesantemente sul mercato italiano che già soffre di prezzi elevati di smartphone premium.

Per dare un quadro più concreto, nel mercato italiano il nuovo iPhone 16 Pro si attesterà già su un prezzo ufficiale di circa 1300 euro per la versione base, mentre il Galaxy S25 Ultra si aggira intorno ai 1700 euro. Entrambi i dispositivi hanno subito l’impatto del primo aumento di prezzo TSMC nel 2025, e ora si prospetta una ulteriore crescita nel 2026, anche se per il momento questa nuova maggiorazione non influenzerà i modelli in uscita nel 2025, ma quelli del 2026 come l’iPhone 18 o i modelli successivi di Samsung.

Inoltre, la situazione geopolitica e commerciale rende tutto più complesso. Non è unicamente una questione di “tariffe di Trump” o semplici strategie di mercato, ma un insieme di circostanze che spingono TSMC a riequilibrare i propri prezzi per rimanere competitiva mantenendo al contempo i clienti principali, tra cui Apple e Samsung. Questi due giganti, infatti, stanno parallelamente cercando di ridurre la loro dipendenza da TSMC: Samsung puntando a tornare ai propri processori Exynos di nuova generazione, e Apple tentando di produrre più internamente e diminuire i chip Qualcomm. Tuttavia, le tecnologie di nuova generazione, come i chip Exynos a 2 nm, probabilmente non saranno disponibili in tempo per la serie Galaxy S26, quindi la dipendenza da TSMC continuerà almeno nel breve termine.

L’impatto di questi rincari sul mercato italiano non si limita ai prezzi di listino ufficiali ma determina anche un aumento dei prezzi proposti dai rivenditori e da operatori di telefonia, che inevitabilmente trasferiscono i maggiori costi sulla clientela finale. Questo trend rischia di creare una barriera maggiore per gli utenti interessati a dispositivi premium, in un contesto economico dove l’inflazione e il potere d’acquisto restano temi centrali.

La prospettiva è che nel 2026 il costo degli smartphone di fascia alta crescerà ulteriormente, spinto principalmente dai costi di produzione dei chip griffati TSMC. Per l’utenza italiana sarà importante valutare attentamente il rapporto qualità-prezzo e tenere d’occhio eventuali offerte o strategie di diversificazione dei produttori, soprattutto in vista dell’uscita dei nuovi iPhone 18 e della serie Galaxy successiva al S26.

iPhone 17 serie

Questo incremento dei prezzi rappresenta un segnale da non sottovalutare nel settore tech, poiché la produzione di semiconduttori è un elemento cruciale che determina anche l’evoluzione e l’accessibilità del mercato degli smartphone in un arco temporale più ampio. In un contesto economico italiano segnato da un potere d’acquisto non particolarmente favorevole, questi rincari pongono interrogativi sul futuro della fascia alta degli smartphone. Il rischio è quello di vedere aumentare ancora la forbice tra domanda e accessibilità, con possibili ripercussioni sulle vendite e sulle strategie di marketing dei grandi produttori. Per gli utenti, valutare bene il momento dell’acquisto e considerare modelli di generazione precedente potrebbe essere una scelta saggia.