Secondo alcune indiscrezioni che stanno trovando ampia diffusione sui social, YouTube starebbe sperimentando l’applicazione automatica di algoritmi di miglioramento della qualità video sugli Shorts, suscitando le proteste dei creator che vedono i loro contenuti modificati senza autorizzazione.
La piattaforma si limita a sostenere di usare tecniche di machine learning tradizionali per ottimizzare la qualità visiva, ma in realtà molti utenti lamentano effetti indesiderati che alterano l’estetica originale dei video. Qual è la verità?
L’esperimento di upscaling automatico
Negli ultimi mesi sono state numerose le segnalazioni da parte dei creator che hanno notato modifiche non richieste ai loro Shorts, i video di breve durata molto diffusi sulla piattaforma. In particolare, è stato segnalato che alcuni contenuti appaiono ora elaborati con effetti che ricordano i filtri di bellezza degli smartphone, creando un aspetto sfocato che altera significativamente l’estetica originale dei video.
Il fenomeno è stato documentato da diversi YouTuber, tra cui Rhett Shull, che ha descritto uno dei suoi Shorts recenti come simile a un deepfake, mentre altri creator hanno segnalato che i loro video assumono un aspetto artificiale, con elaborazioni eccessive che ne modificano sostanzialmente l’aspetto visivo.
Le preoccupazioni dei content creator
Particolarmente significativo è il caso di TheMrBravoShow, uno youtuber che utilizza deliberatamente una videocamera degli anni ’80 per conferire un aspetto nostalgico ai suoi contenuti. L’applicazione automatica degli algoritmi di miglioramento ha però completamente stravolto l’estetica intenzionale dei suoi video, eliminando proprio quegli elementi vintage che caratterizzano il suo canale.
La questione più problematica non è però certamente quella di come appare l’aspetto finale dei video, ma concerne l’assenza di consenso preventivo da parte dei creator. YouTube, insomma, viene accusata di applicare questi algoritmi automaticamente durante il processo di caricamento, senza offrire alcuna opzione per disattivare la funzione né informare preventivamente gli utenti delle modifiche che verranno apportate ai loro contenuti. Ma è davvero così?
La risposta ufficiale di YouTube
Per ottenere una valutazione più consapevole di quanto sta accadendo è naturalmente necessario sentire anche l’altra campana. E, dopo le crescenti proteste, è stata YouTube stessa a dover confermare ufficialmente l’esistenza di questo esperimento attraverso i suoi canali di supporto. La piattaforma ha chiarito che sta utilizzando sistemi di “machine learning tradizionale” per migliorare la qualità video, specificando che gli algoritmi servono a rimuovere il rumore, ridurre la sfocatura e aumentare la nitidezza durante l’elaborazione.
Nonostante queste precisazioni, rimane la controversia terminologica, poiché quello che YouTube definisce “machine learning tradizionale” corrisponde comunemente alla definizione di upscaling basato su AI.
Non solo. A detta di molti osservatori, la situazione presenta diversi elementi di contraddizione. Da un lato, infatti, la piattaforma sta sperimentando l’applicazione automatica di tecnologie di enhancement sui contenuti senza il consenso dei creator. Dall’altro, YouTube ha annunciato l’intenzione di limitare le opzioni di monetizzazione per i canali che utilizzano intelligenza artificiale per migliorare o arricchire i loro video.
Insomma, siamo dinanzi a quella che può essere definita come un’incoerenza almeno apparente, che ha alimentato ulteriormente le critiche della community, che da tempo richiede maggiore trasparenza e controllo sui processi di elaborazione dei contenuti. I creator chiedono infatti la possibilità di disattivare questi algoritmi di miglioramento e di essere informati preventivamente quando vengono applicate modifiche ai loro video. E, allo stato attuale delle cose, non è chiaro se e come saranno accontentati.