Google non accenna a rallentare la corsa all’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale e continua ad arricchire le capacità del suo modello di punta, Gemini. L’ultima novità, annunciata di recente e destinata a catturare l’interesse della vasta comunità di sviluppatori, è l’introduzione di una nuova app Gemini dedicata a GitHub.
Questa mossa strategica posiziona l’integrazione con la popolare piattaforma di hosting per progetti software come la più recente aggiunta all’ecosistema di app di terze parti connesse a Gemini, seguendo le precedenti integrazioni con servizi come Spotify e WhatsApp. L’obiettivo è chiaro: rendere Gemini uno strumento ancora più potente e versatile per chi lavora quotidianamente con il codice.
Indice:
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Come funziona l’integrazione tra Google Gemini e GitHub?
Al cuore di questa nuova funzionalità c’è la possibilità per gli utenti di allegare un repository GitHub direttamente all’interno di una conversazione con Gemini. Una volta importato il repository, si aprono scenari d’uso molto interessanti per gli sviluppatori. Sarà possibile chiedere a Gemini di aiutare a comprendere meglio la struttura e la logica della codebase, magari ponendo domande mirate su funzioni specifiche o sul loro funzionamento.
Non solo analisi, ma anche supporto proattivo: si potrà sollecitare l’IA per ottenere suggerimenti su come migliorare l’efficienza del codice esistente o persino per proporre aggiunte e nuove implementazioni. Gemini potrà trasformarsi anche in un assistente per il debugging, aiutando a individuare e risolvere potenziali errori nel codice allegato.
Per rendere l’idea più concreta, Google stessa fornisce alcuni esempi di prompt che gli utenti potrebbero utilizzare: “Quali librerie esterne vengono utilizzate nel codice allegato?“, “Come si può rendere più efficiente il codice che ho importato?“, oppure “Scrivi gli event handler necessari nel codice allegato per implementare una funzione che raccomandi prodotti agli utenti“.
Gemini Advanced now connects with @github, making it a more powerful coding assistant.
Directly connect to public or private GitHub repos to generate/modify functions, explain complex code, ask questions about your codebase, debug and more.
Click the + button in the prompt bar,… pic.twitter.com/EgItxk6hd7
— Google Gemini App (@GeminiApp) May 14, 2025
Guida pratica all’utilizzo: come importare un repository
Sfruttare questa nuova integrazione richiederà l’accesso a Gemini attraverso la sua interfaccia web su un computer (gemini.google.com). All’interno della casella di testo in fondo alla pagina, l’utente troverà un’opzione per aggiungere file (identificata da un’icona a forma di ‘più’ o ‘Add file’), dalla quale potrà selezionare “Import code“.
A questo punto, sarà sufficiente inserire l’URL specifico del repository GitHub o di un suo branch che si desidera analizzare e confermare l’importazione. Il sistema guiderà l’utente attraverso eventuali passaggi di configurazione iniziali.
Un aspetto fondamentale riguarda l’accesso ai repository privati. Per poterli importare e analizzare con Gemini, è indispensabile che l’account GitHub dell’utente, quello che detiene i permessi di accesso al repository privato, sia collegato al proprio Account Google. Qualora questo collegamento non fosse già attivo, Gemini stesso proporrà all’utente di effettuarlo durante il processo di importazione.
Sebbene l’operazione di importazione del repository sia, per ora, limitata all’uso da desktop tramite browser web, Google ha precisato un dettaglio importante: una volta che il repository è stato allegato alla chat, la conversazione potrà essere proseguita anche utilizzando l’app mobile di Gemini o accedendo alla web app di Gemini da dispositivi mobili.
Limiti e precisazioni importanti
Come spesso accade con le funzionalità appena introdotte, è cruciale essere consapevoli di alcune limitazioni attuali. Innanzitutto, è possibile allegare un solo repository per ogni singola sessione di chat. Inoltre, esistono dei vincoli dimensionali: il repository importato non deve contenere più di 5.000 file e la sua dimensione totale non può superare i 100 MB.
Un’altra precisazione fondamentale riguarda la natura dell’importazione: allegare un repository a Gemini crea una sorta di “istantanea” statica di quel repository nel momento esatto dell’importazione. Ciò significa che qualsiasi modifica successiva apportata al codice direttamente su GitHub non verrà automaticamente sincronizzata o riflessa all’interno della conversazione con Gemini. Per analizzare una versione aggiornata, sarà necessario re-importare il repository.
Ci sono poi delle operazioni che, al momento, Gemini non può compiere tramite questa integrazione. Non è in grado di recuperare la cronologia dei commit, visualizzare le pull request o accedere ad altri metadati associati al repository. Non è neanche possibile far analizzare un repository semplicemente incollando il suo URL direttamente nel prompt di richiesta (è obbligatorio passare dalla funzione “Import code”). Infine, un limite significativo è che Gemini non può scrivere codice o apportare modifiche direttamente all’interno del repository GitHub; la sua funzione è puramente analitica e consultiva.
Requisiti, disponibilità e gestione dell’app
Per poter beneficiare dell’integrazione con GitHub, gli utenti devono soddisfare alcuni requisiti preliminari. È necessario avere almeno 18 anni e utilizzare un Account Google personale gestito autonomamente; l’accesso tramite account Google Workspace (lavoro) o scolastici non è attualmente abilitato per questa funzionalità. Bisogna inoltre essere collegati alla versione web di Gemini su un computer (almeno per l’importazione) e avere attivato la cronologia “Attività App Gemini” nelle impostazioni del proprio account.
Al momento della pubblicazione di queste informazioni (30 Aprile 2025), l’app GitHub per Gemini non sembra essere ancora disponibile per tutti gli utenti. È plausibile aspettarsi un rollout graduale nelle prossime settimane o mesi. Una volta disponibile, l’app comparirà nella pagina di gestione delle App Gemini (accessibile dalle Impostazioni), dove potrà essere abilitata o disabilitata a piacimento.
A tal proposito è importante distinguere tra disabilitare l’app e scollegarla. Disabilitare l’app dalle impostazioni di Gemini semplicemente ne impedisce l’utilizzo, ma non rimuove il collegamento tra l’account GitHub e l’Account Google. Per rimuovere completamente questo collegamento, revocando anche le autorizzazioni concesse, è necessario utilizzare l’opzione “Disconnect” (Scollega), accessibile sempre dalla sezione App nelle impostazioni di Gemini (cliccando su “Learn more” sotto GitHub) oppure dalla pagina generale di gestione delle connessioni di terze parti del proprio Account Google. Scollegare l’account impedirà l’importazione di repository privati (quelli pubblici resteranno importabili), e per riutilizzare repository privati sarà necessario ristabilire il collegamento.
Cosa aspettarsi dal futuro Gemini
L’introduzione dell’app GitHub per Gemini si inserisce chiaramente nella strategia di Google volta a rendere la sua IA uno strumento sempre più integrato nei flussi di lavoro degli utenti, in particolare quelli tecnici. Affiancandosi ad altre integrazioni e anticipando potenziali annunci futuri, magari in occasione del prossimo Google I/O 2025 dove si attendono novità “entusiasmanti” per Gemini, questa funzionalità rappresenta un passo avanti significativo.
Pur con le limitazioni attuali, che ne definiscono l’ambito d’uso principalmente all’analisi e alla comprensione del codice piuttosto che alla modifica o alla gestione completa del ciclo di vita del software, l’integrazione Gemini-GitHub offre agli sviluppatori un modo nuovo e potenzialmente molto utile per interagire con i propri progetti, sfruttando le capacità di analisi del linguaggio naturale e del codice dell’intelligenza artificiale di Google. Resta da vedere come questa integrazione evolverà e se le limitazioni attuali verranno superate in futuro.
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