Alla fine dello scorso mese dalla Francia è arrivata la notizia dell’arresto di Pavel Durov, fondatore e CEO della popolare applicazione di messaggistica istantanea Telegram.

Pare che al centro dell’indagine che ha portato all’arresto di Durov vi fosse una presunta carenza di moderatori su Telegram, a causa della quale secondo la polizia francese si sarebbero diffuse le attività criminali sull’app di messaggistica, praticamente senza alcun tentativo di porre un freno al fenomeno.

La rivoluzione di Telegram dopo l’arresto del suo CEO

A distanza di un paio di settimane dall’arresto di Durov, nella pagina delle FAQ di Telegram è stata rimossa la parte in cui si affermava che le chat private erano protette dalle richieste di moderazione.

Questa importante modifica segue di poche ore la pubblicazione del primo messaggio del CEO di Telegram dopo il suo arresto e con il quale si è impegnato in prima persona a migliorare la situazione, apportando delle correzioni per evitare che la piattaforma possa essere sfruttata a fini criminali (“Ecco perché mi sono prefissato l’obiettivo personale di garantire che miglioriamo significativamente le cose in questo senso. Abbiamo già avviato questo processo internamente e condividerò con voi maggiori dettagli sui nostri progressi molto presto”).

Nelle FAQ c’è l’apposito paragrafo “Ci sono contenuti illegali su Telegram. Come faccio a rimuoverli?“, nel quale viene precisato che tutte le app di Telegram hanno pulsanti che consentono agli utenti di segnalare eventuali contenuti illegali ai moderatori del servizio di messaggistica in pochi tocchi, con le relative istruzioni.

In sostanza, le vicende di fine agosto sembra abbiano colpito Pavel Durov, tanto da indurlo a cambiare in modo quasi radicale le politiche seguite sino ad oggi dal suo servizio di messaggistica.

Resta da capire se anche nei fatti Telegram cambierà in modo radicale e se gli abusi che si sono verificati fino a questo momento verranno davvero limitati.