Molti Stati degli Stati Uniti, inclusi California e New York, hanno intentato una causa contro Meta, società madre di Instagram e Facebook. La grave accusa è quella di alimentare problemi per la salute mentale dei giovani, come ansia e depressione, causati dalla dipendenza creata dall’uso delle piattaforme stesse.
Meta sotto accusa negli Stati Uniti: “tutti” contro Instagram e Facebook
Secondo la denuncia depositata presso un tribunale federale in California, Meta avrebbe ingannato il pubblico riguardo il pericolo dietro l’utilizzo delle sue piattaforme, inducendo consapevolmente anche bambini e adolescenti a un uso compulsivo dei social media. Non si tratta della prima volta per quanto concerne cause di questo genere, come abbiamo visto in questi anni anche con YouTube, TikTok e non solo.
L’accusa nei confronti di Meta è di dare priorità al profitto rispetto alla sicurezza e al benessere dei suoi utenti, in particolare dei giovani. Funzioni come il “Mi piace” innescherebbero infatti una dipendenza in particolare nei giovani utenti, provocata dal piacere legato alla dopamina. C’è attenzione anche nei confronti dei tentativi di Meta di espandere queste pratiche considerate come dannose nella realtà virtuale. Le accuse parlano anche di violazioni di una legge che vieta la raccolta di dati di bambini e ragazzi sotto i 13 anni.
L’azione legale di questi Stati mira a colmare alcune lacune normative lasciate dal Congresso degli Stati Uniti, e vuole sottolineare l’urgente necessità di affrontare i rischi per la salute mentale (e fisica) posti dalle piattaforme di social media. Attraverso le piattaforme come Instagram e Facebook, Meta avrebbe avuto un impatto profondo sulle realtà psicologiche e sociali dei giovani americani, impiegando tecnologie progettate esplicitamente per attirare e “intrappolare” i giovani a scopo di lucro. Le piattaforme sono accusate di voler massimizzare il tempo trascorso davanti allo schermo da parte anche dei più piccoli, attraverso strategie psicologicamente manipolative, che possono portare a depressione, ansia, insonnia e andare a influenzare l’istruzione e la vita quotidiana.
Meta ha espresso delusione al riguardo, sostenendo come “invece di lavorare in modo produttivo con aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all’età per le numerose app utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali preferiscano scegliere questa strada“. All’iniziale numero di Stati coinvolti, 33, se ne sono aggiunti altri con azioni legali simili (come Washington D.C.): la cosa ha portato un calo in borsa delle azioni Meta, scese dello 0,6% sul Nasdaq.
Torneremo probabilmente sull’argomento, ma nel frattempo fateci sapere cosa ne pensate.
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