Sono passati 10 anni da quando Google ha lanciato sul mercato il primo modello di Chromecast, dongle rivoluzionario che ha permesso agli utenti di trasmettere contenuti video dal proprio smartphone alla TV; a distanza di così tanto tempo, l’azienda sta attraversando alcune grane di carattere legale.

Una giuria federale del Texas ha deciso che Chromecast di Google e altri dispositivi analoghi che utilizzano la medesima tecnologia, stanno violando un brevetto e dovranno pagare i danni.

Google Chromecast viola i brevetti di Touchstream, l’azienda dovrà pagare i danni

Come anticipato in apertura, una giuria federale del Texas si è pronunciata in merito ad una causa intentata nel 2021 da parte di Touchstream Technologies, società con sede a New York nota per aver sviluppato l’app di social video “Shodogg”.

La corte ha totalmente accolto la richiesta di risarcimento della società, imponendo un risarcimento pari a 338,7 milioni di dollari; non è la prima volta che Google si trova in situazioni simili, anche di recente per esempio il colosso di Mountain View è stato costretto a risarcire Sonos per la violazione di alcuni brevetti inerenti agli altoparlanti intelligenti, per una cifra pari a 32,5 milioni di dollari.

Secondo quanto dichiarato da Touchstream Technologies, il fondatore della società David Strober avrebbe inventato la tecnologia che consente agli utenti di spostare i video da un display più piccolo ad uno più grande già nel 2010; la tecnologia utilizzata in Chromecast dunque, starebbe violando i brevetti relativi allo streaming di video da uno schermo all’altro.

Touchstream rivela anche di un incontro con Google nel 2011, incontro volto a proporre al colosso la tecnologia in questione: due mesi dopo Big G avrebbe espresso disinteresse per la soluzione proposta, salvo poi lanciare sul mercato la prima Chromecast due anni dopo, copiando e violando tre brevetti secondo quanto riportato.

Google da parte sua ha già dichiarato l’intenzione di presentare ricorso nei confronti della decisione presa dal tribunale, asserendo al contempo di aver “sempre sviluppato la tecnologia in modo indipendente e di aver gareggiato nel merito delle nostre idee”.

La causa includeva anche denunce di violazione dei brevetti di Touchstream da parte degli altoparlanti intelligenti Home e Nest di Google, nonché di televisori e altoparlanti di terze parti con funzionalità Chromecast; la società ha infatti in essere diverse cause legali anche con altre aziende. Sarà interessante vedere come procederà il ricorso di Google e come eventualmente l’intera faccenda possa ripercuotersi sul settore.

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